Pages in topic: < [1 2 3 4] > | Sempre più al ribasso Thread poster: Valter Ebagezio
| Ancora un esempio "sempre più al ribasso" | Dec 25, 2013 |
Ieri su Proz è stato pubblicato il lavoro di traduzione tecnica IT-RU "Manuale d'uso e manutenzione", 35 mila parole:
Estimation in your preferred currency (using today's conversion rate):
€0.015 EUR to €0.017 EUR per word
(€515.35 EUR to €592.65 EUR estimated total)
Il lavoro è stato pubblicato da una traduttrice freelance madrelingua russo che risiede a Londra. Il lavoro è chiuso, si sono proposte 7 persone!!!
Buon Natale, carissimi... See more Ieri su Proz è stato pubblicato il lavoro di traduzione tecnica IT-RU "Manuale d'uso e manutenzione", 35 mila parole:
Estimation in your preferred currency (using today's conversion rate):
€0.015 EUR to €0.017 EUR per word
(€515.35 EUR to €592.65 EUR estimated total)
Il lavoro è stato pubblicato da una traduttrice freelance madrelingua russo che risiede a Londra. Il lavoro è chiuso, si sono proposte 7 persone!!!
Buon Natale, carissimi colleghi!!!
"Il pessimista si lamenta al vento, l'ottimista aspetta che il tempo cambi, il realista aggiusta le vele"! ▲ Collapse | | | Tutto dipende | Dec 29, 2013 |
hamtaro70 wrote:
Sono d'accordo che 0.12 per il manuale di un frullatore non te li offre quasi nessuno, ma anche per i testi "semplici" non ci vuole un assoluto incompetente. E allora, la competenza va pagata il giusto. Anche perché se poi vai a vedere quanto carica l'agenzia al cliente finale, ti senti proprio preso in giro.
...e poi spesso provano a offrire tariffe ridicole anche per aree più specialistiche, tipo contrattualistica/legale (giusto per fare un esempio) che non si può certo definire semplice.
Le tariffe dipendono soprattutto dal mercato inteso come area geografica, dal committente (agenzia/cliente diretto), dalla coppia linguistica ma non dalla difficoltà del testo o dal settore.
Inoltre vorrei ribadire che le tariffe non le deve definire il cliente (quindi non devono essere offerte), ma bensì fornitore (leggasi il traduttore).
Quindi una tariffa di 0,12 centesimi per il manuale di un frullatore può essere assolutamente allineata, dipende dal committente. | | | saranardo Italy Local time: 21:54 English to Italian 0.02 a parola | Dec 30, 2013 |
hamtaro70 wrote:
Valter Ebagezio wrote:
Un'agenzia molto grande ha una piattaforma su cui pubblica i lavori disponibili e i traduttori che fanno parte del loro "pool" possono prenderli, senza avere alcuna interazione con il PM. Qualche minuto fa ho visto accettare un lavoro alla tariffa di circa 0.04 centesimi di dollaro a parola.
Possiamo continuare così?
Valter
Stamattina è stata pubblicata l'inserzione per un lavoro da restituire in tempi strettissimi, peccato che candidandomi e chiedendo informazioni abbia ricevuto la comunicazione che la tariffa proposta era di $ 0.02 a parola...non aggiungo altro...ma sono pronta a scommettere che qualcuno che accetta lo troveranno.
Ho rifiutato di fare una traduzione di un sito pagato 0.02 a parola. E' stato accettato subito dopo da un altro traduttore. Fino a che ci saranno persone ad accettare queste tariffe, e sono molte, ci saranno le aziende che offriranno queste tariffe. Semplice. La stupidità è non dei committenti, ma delle persone che accettano, non solo perché deprezzano il mestiere, ma anche perché rovinano il mercato. | | | E lapalissiano! | Dec 30, 2013 |
saranardo wrote:
Ho rifiutato di fare una traduzione di un sito pagato 0.02 a parola. E' stato accettato subito dopo da un altro traduttore. Fino a che ci saranno persone ad accettare queste tariffe, e sono molte, ci saranno le aziende che offriranno queste tariffe. Semplice. La stupidità è non dei committenti, ma delle persone che accettano, non solo perché deprezzano il mestiere, ma anche perché rovinano il mercato.
Ma purtroppo, alla stupidità umana, traduttori compresi, a quanto pare non c'è limite. Si scavano la propria tomba con le loro mani e non se ne rendono conto. | |
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Ma perché ci sorprendiamo? | Dec 30, 2013 |
Forse l'unica cosa sorprendente in tutto questo è che ci sorprendiamo. C'è crisi, quindi il fenomeno di chi si crede traduttore nonostante non essendo in grado, e che si svende per pochi centesimi, si accentua. Credo che si trattano di fenomeni fisiologici.
Continuo a credere che ci siano ancora clienti che sono disposti a pagare per la qualità dovuta, e che basta ignorare le offerte che non interessano. | | | Valter Ebagezio Italy Local time: 21:54 Member (2006) English to Italian TOPIC STARTER Assolutamente d'accordo | Dec 30, 2013 |
Oggi chi ha un computer e ha studiato inglese alle scuole medie è convinto di poter fare il traduttore... e che ci vuole?
Ovviamente non è così e continuo ad essere convinto che le agenzie serie lo sanno benissimo. | | |
Valter Ebagezio wrote:
Oggi chi ha un computer e ha studiato inglese alle scuole medie è convinto di poter fare il traduttore... e che ci vuole?
Ovviamente non è così e continuo ad essere convinto che le agenzie serie lo sanno benissimo.
Non basterebbe un esame, un'abilitazione o altro per fermare questa gente.
Io svolgo anche un'altra attività nel settore turistico dove per fare quel lavoro devi conseguire un'abilitazione previo superamento di un difficile esame provinciale.
Ti sorprenderesti di come gente "abilitata" e quindi autorizzata a svolgere la professione lavori sotto tariffa (se non spesso e volentieri gratuitamente).
Oppure, altro discorso, c'è una folta percentuale di gente che svolge il lavoro abusivamente.
Le agenzie lo sanno, ma per risparmiare corrono spesso il rischio di avvalersi di sedicenti professionisti o presunti tali. | | | afustranslate United States Local time: 14:54 English to Italian + ... la zappa sui piedi da soli... | Feb 21, 2014 |
ma come si fa ad accettare a 0.02/0.01/0.00.... ? Mi stupisco a volte di alcuni lavori per n-mila parole a 50$...
Personalmente, salto l'annuncio a pié pari... una volta ad una richiesta inviatami direttamente mi sono presa la briga di rispondere... consigliando di tradurre con GoogleT che è GRATIS... (e a che ti serve un traduttore?)
ora inizio a diventare molto più zen... Ohm....![](https://cfcdn.proz.com/images/bb/smiles/icon_wink.gif) | |
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Secondo me da che mondo è mondo, in qualsiasi settore ad accesso "libero", c'è chi si svende e chi no. C'è la Nike e c'è la marca di scarpe del mercato a 5 euro; c'è il caffè Indian Nugget a 50 euro/kg e c'è il caffè Esselunga da 10 euro/Kg (o quel che è ); ci sono le cucine Dada da 25.000 euro, e ci sono quelle IKEA da 1000. E' così per tutto... e si sa cosa si compra. Ogni cliente fa i conti col portafogli e con quell... See more Secondo me da che mondo è mondo, in qualsiasi settore ad accesso "libero", c'è chi si svende e chi no. C'è la Nike e c'è la marca di scarpe del mercato a 5 euro; c'è il caffè Indian Nugget a 50 euro/kg e c'è il caffè Esselunga da 10 euro/Kg (o quel che è ); ci sono le cucine Dada da 25.000 euro, e ci sono quelle IKEA da 1000. E' così per tutto... e si sa cosa si compra. Ogni cliente fa i conti col portafogli e con quello che cerca (o "di cui si accontenta"). Nessun produttore di cose "di qualità" si arrabbia perché qualcun altro fa "la stessa cosa" a un prezzo di molto inferiore, perché non è la stessa cosa, visto che la qualità è diversa (anche se a volte no... e allora viva chi è onesto e chiede meno). E anche, anzi soprattutto, la clientela è diversa, e non credo che la "sensibilizzazione" serva a nulla. Chi è disposto a pagare per la qualità lo fa già, gli altri non lo farebbero comunque. Chi paga 0,01 cent oggi è quello che prima chiedeva al figlio, al nipote, al vicino di casa di tradurgli le cose, e che oggi sa benissimo di potersi trovare davanti un quindicenne o la pensionata col triplo lavoro in nero che mastica l'inglese. Vogliono pagare poco perché gli interessa avere poco. E allora che rimangano fra loro! Secondo me basta concepirlo come un "sotto-mercato" che sta bene dov'è e non credo possa erodere più di tanto il "nostro".
Idem dal lato colleghi: il traduttore "tipo" che accetta 0,01 cent a parola non credo frequenti i forum, né probabilmente starebbe ad ascoltarci. E pure se lo facesse non sarà il nostro sdegno a fargli cambiare modo di porsi. Cosa gli vuoi dire a un ragazzo che traducicchia per arrotondare? Che gliene frega di "costruirsi" alcunché a livello di professione? Ti dirà: che mi frega, sono soldi, pochi ma mi compro le scarpe nuove. O le sigarette. Meglio che niente. Che gli vuoi ribattere? Di non farlo? Che sgobba per due lire? E non è quello che tanto fa comunque, non è forse quello che ormai è abituato a pensare, visto lo stato disastroso del mercato del lavoro? Per uno che guadagna 300 euro al mese per 8 ore di stage al giorno, 50 euro per tradurre "due robe" in una serata gli sembrerà una cosa da Paperone. L'abbassamento ignobile delle aspettative e delle pretese salariali è uno dei risultati più forti e lampanti del capitalismo, relativamente ai quali i nostri discorsi sembrano di un secolo fa (pagare per la qualità? Sei matto!). Gli vuoi dire che è "eticamente sbagliato"? Che ci frega il lavoro? Al di là che puzza un po' di intimidazione, e che è praticamente impossibile, lui comunque ti può dire: e cacchi vostri, io mi accontento. A Milano si dice: "Piutost che nigot, l'è mej piutost" ("piuttosto che niente, meglio piuttosto").
Vedrei solo una soluzione, lontanissima e impraticabile (e in fondo neanche necessaria visto che secondo me nessuno ruba il lavoro a nessuno ma è una naturale divisione di un mercato): fare tabula rasa della situazione, rinascere come "classe" e dotarsi di tariffario, esami di abilitazione alla professione, insomma di una struttura "ufficiale" che renda impossibile la concorrenza "sleale" (come, che so, per gli avvocati, i notai, i medici etc.). Impraticabile perché non saprei da dove iniziare.
Oppure chiudersi a riccio come una qualsiasi lobby, tipo gli idraulici, che se sanno di un collega che si fa pagare 5 euro l'ora e fa il lavoro richiesto senza trovare improbabili danni da riparare al più presto (...) probabilmente gli bucano le gomme finché non capisce l'antifona.
O gli ottici, una rarissima eccezione al mio discorso sul mercato "libero" con concorrenza forte: tutti, ma tutti (in Italia) fanno pagare un paio di occhiali da vista con prescrizione 3/400 EUR, al punto che a noi italiani ci pare "naturale" che costino così, naturale al punto che anche i meno abbienti tirano la cinghia, risparmiano, si bevono le fesserie sui materiali costosi e si adeguano a pagare tali cifre folli. Ma solo perché nessuno ha ancora pigliato coraggio apparentandosi con quelle nuove aziende cino-indo-americane che hanno finalmente sbugiardato il settore vendendo occhiali fatti e finiti di ottima qualità, sempre su prescrizione, a 20-30 EUR (poiché questi sono i costi di produzione). Come ci riescono gli ottici a navigare ancora? Secondo me per un grande senso di "lobby", di coesione, di fronte compatto, che negli anni ha sedimentato l'accettazione di determinati prezzi, rendendo culturalmente "impensabile" l'idea di alternative. Sia dal lato venditori (in fondo è un bengodi per tutti), sia dal lato clienti. Ecco noi magari dovremmo fare un po' così, con la differenza che avremmo anche ragione a parlare di qualità e di costo del lavoro!
[Modificato alle 2014-02-24 10:20 GMT]
[Modificato alle 2014-02-24 10:22 GMT] ▲ Collapse | | | Valeria Uva Italy Local time: 21:54 Member (2013) Spanish to Italian + ... Le associazioni nazionali di categoria | Feb 24, 2014 |
Concordo pienamente con Gianluca Attoli e quanto alla proposta da lui ventilata di strutturarci come fanno altri professionisti (avvocati, medici, ecc.), credo sia la strada giusta da percorrere. D'altronde è quello che fanno le associazioni nazionali di categoria (AITI, ANITI, ecc), almeno per quanto ne so io. Ho pensato più volte di provare a entrare in una di queste associazioni proprio perché sento il bisogno di riconoscermi in una categoria che possa far valere i diritti dei professionis... See more Concordo pienamente con Gianluca Attoli e quanto alla proposta da lui ventilata di strutturarci come fanno altri professionisti (avvocati, medici, ecc.), credo sia la strada giusta da percorrere. D'altronde è quello che fanno le associazioni nazionali di categoria (AITI, ANITI, ecc), almeno per quanto ne so io. Ho pensato più volte di provare a entrare in una di queste associazioni proprio perché sento il bisogno di riconoscermi in una categoria che possa far valere i diritti dei professionisti che la compongono sulla base di un preciso codice deontologico, nonché quello di ricevere consulenza circa le svariate questioni che ci troviamo ad affrontate giornalmente e che riguardano una professione (la nostra) aimè così poco conosciuta dai commercialisti. In tutta sincerità, però, devo dire che trovo i criteri di ammissione, soprattutto per quanto riguarda l'AITI, troppo ristretti. Nonostante siano anni che mi occupo di traduzione, avendo conciliato sempre questo lavoro o con lo studio o con altri lavori, non ho ancora raggiunto il numero di cartelle necessario per richiedere l'ammissione all'AITI. Questa associazione resta però per me un punto di riferimento importante, anche solo per le informazioni disponibili sul sito.
Trovo, inoltre, che anche i forum di proz siano uno spazio prezioso da coltivare in quanto permettono di confrontarci tra noi. Non molto tempo fa c'è stata un'altra discussione sulle tariffe in proz, alla quale ho partecipato anch'io. Devo dire che mi è servito molto quel confronto, nonostante mi sia guadagnata le invettive di alcuni/e... Da quella discussione mi sento più sicura nel proporre tariffe più congrue, anche se devo dire che i risultati stentano a vedersi ed è davvero difficile fare accettare tariffe più alte di 0,07 a parola. In ogni modo, come afferma Gianluca Attoli, credo si tratti alla fine soltanto di conquistarsi la propria fetta all'interno di un libero mercato.
Saluti e buon lavoro,
Valeria ▲ Collapse | | | Strutturarci come fanno gli altri professionisti... impossibile | Feb 24, 2014 |
Valeria Uva wrote:
Concordo pienamente con Gianluca Attoli e quanto alla proposta da lui ventilata di strutturarci come fanno altri professionisti (avvocati, medici, ecc.), credo sia la strada giusta da percorrere. D'altronde è quello che fanno le associazioni nazionali di categoria (AITI, ANITI, ecc), almeno per quanto ne so io. Ho pensato più volte di provare a entrare in una di queste associazioni proprio perché sento il bisogno di riconoscermi in una categoria che possa far valere i diritti dei professionisti che la compongono sulla base di un preciso codice deontologico, nonché quello di ricevere consulenza circa le svariate questioni che ci troviamo ad affrontate giornalmente e che riguardano una professione (la nostra) aimè così poco conosciuta dai commercialisti. In tutta sincerità, però, devo dire che trovo i criteri di ammissione, soprattutto per quanto riguarda l'AITI, troppo ristretti. Nonostante siano anni che mi occupo di traduzione, avendo conciliato sempre questo lavoro o con lo studio o con altri lavori, non ho ancora raggiunto il numero di cartelle necessario per richiedere l'ammissione all'AITI. Questa associazione resta però per me un punto di riferimento importante, anche solo per le informazioni disponibili sul sito.
Trovo, inoltre, che anche i forum di proz siano uno spazio prezioso da coltivare in quanto permettono di confrontarci tra noi. Non molto tempo fa c'è stata un'altra discussione sulle tariffe in proz, alla quale ho partecipato anch'io. Devo dire che mi è servito molto quel confronto, nonostante mi sia guadagnata le invettive di alcuni/e... Da quella discussione mi sento più sicura nel proporre tariffe più congrue, anche se devo dire che i risultati stentano a vedersi ed è davvero difficile fare accettare tariffe più alte di 0,07 a parola. In ogni modo, come afferma Gianluca Attoli, credo si tratti alla fine soltanto di conquistarsi la propria fetta all'interno di un libero mercato.
Saluti e buon lavoro,
Valeria
Non voglio riaprire una ferita aperta ma si è già tentato anni fa di chiedere l'istituzione di un ordine come per le altre categorie professionali (medici, avvocati, e così via) con risultati deludenti e una fortissima opposizione anche da parte di molti colleghi traduttori. Certo che, proporsi in Italia a 3 centesimi a parola non giova al mercato. | | | Valter Ebagezio Italy Local time: 21:54 Member (2006) English to Italian TOPIC STARTER Professione riconosciuta | Feb 24, 2014 |
Dall'anno scorso quella del traduttore, come altre professioni, è "riconosciuta", secondo la Legge 4 del 2013.
In realtà questo significa poco più di nulla, perché non ci dà in pratica nessuna protezione, come invece, nel bene e nel male, fanno gli ordini con i loro associati.
E' un dato di fatto che il mercato, cioè i nostri clienti, non riesce in gran parte dei casi a distinguere il professionismo dal dilettantismo.
Non si può nemmeno dire che tutti quelli che si spa... See more Dall'anno scorso quella del traduttore, come altre professioni, è "riconosciuta", secondo la Legge 4 del 2013.
In realtà questo significa poco più di nulla, perché non ci dà in pratica nessuna protezione, come invece, nel bene e nel male, fanno gli ordini con i loro associati.
E' un dato di fatto che il mercato, cioè i nostri clienti, non riesce in gran parte dei casi a distinguere il professionismo dal dilettantismo.
Non si può nemmeno dire che tutti quelli che si spacciano per traduttori siano uguali, e che quindi quella della difesa della qualità sia una velleità priva di fondamento: mi capita spesso di fare editing e vedo cose che nemmeno in un tema del liceo dovrebbero essere possibili.
Non so se esiste una soluzione "burocratica", francamente non credo. In attesa, e nella speranza, che il mercato si autoregoli e riconosca la differenza fra un dilettante e un professionista, auspicherei almeno (come si è discusso in un altro post di questo forum) che quelli che fanno questo mestiere per professione non si facciano in quattro per sostenere quelli che invece, evidentemente, lo fanno per raggranellare qualche extra e che inondano Proz con i loro Kudoz.
Niente gomme bucate, per carità, ma proprio darsi la zappa sui piedi mi sembra un po' troppo. ▲ Collapse | |
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texjax DDS PhD Local time: 15:54 Member (2006) English to Italian + ... | 176 (!!!) persone | Feb 24, 2014 |
si sono proposte per un lavoro quotidiano in diverse combinazioni linguistiche (ah beh allora se è quotidiano e possibilmente anche tanto si fa lo sconto) pagato 0,02-0,03 dollari a parola....... | | |
Sì, la tariffa era €0,03/parola. Se si lavora a 1000 parole l'ora (come si diceva in quel thread), la cosa può in effetti permettere di ricavare un guadagno, se si pensa che un cameriere in un pub prende circa 5/6€ l'ora. Per studenti, persone in difficoltà economiche che facevano altre cose, pensionati in cerca di arrotondare un po', è una strada percorribile. Il problema è che questo tipo di lavoro (che ad essere onesti io ho fatto quando ho iniziato, ahimè...) comporta vari problemi:
1 - I clienti che si trovano in quella fascia di mercato sono tendenzialmente maleducati, cerano sempre di abbassare il prezzo, possono sparire una volta consegnato il lavoro.
2 - Se anche uno volesse fare una cosa fatta bene, la tariffa e le scadenze proibitive che di solito si accompagnano al prezzo non lo permettono.
3 - I contenuti sono tutto un programma, roba scritta male su vari ambiti: dal tecnico, al legale, al medico (!!!), al mercato del porno. Tante volte ci vorrebbe un esorcista, non un traduttore...
4 - Fondamentalmente si consegnano traduzioni fatte male a un pubblico che sa che sono fatte male. Ma tra qualche anno Google Translator sarà in grado di offrire un risultato più o meno simile in termini di qualità, e il mercato sparirà del tutto.
5 - Si abbassa la qualità del mercato, ma l'ho volutamente messo per ultimo, dato che a chi lo fa del mercato frega meno di zero.
Modificato per evitare fraintendimenti![](https://cfcdn.proz.com/images/bb/smiles/icon_smile.gif)
[Edited at 2014-02-24 22:18 GMT] | | | Pages in topic: < [1 2 3 4] > | To report site rules violations or get help, contact a site moderator: You can also contact site staff by submitting a support request » Sempre più al ribasso Trados Studio 2022 Freelance |
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