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Linguaggio e cervello

By Maria Antonietta Ricagno | Published  11/13/2011 | Italian | Recommendation:RateSecARateSecARateSecARateSecARateSecA
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Quicklink: http://files.proz.com/doc/3428
Il cervello è l'organo del corpo che più di tutti riveste un ruolo fondamentale nelle operazioni normalmente definite mentali. Si tratta di un organo molto complesso e le modalità attraverso cui svolge le sue funzioni non sono del tutto note.
Il cervello - nello specifico, il cerebrum - si divide in due emisferi, collegati tra loro dal corpus callosus, mentre la superficie esterna dei due emisferi è definita corteccia, o materia grigia, e contiene qualcosa come 1010 neuroni, che sono cellule nervose collegate tra loro da gruppi di fibre sottostanti la corteccia.
L'emisfero destro controlla la parte sinistra del corpo, mentre quello sinistro controlla la parte destra. Pertanto, i segnali tattili, uditivi e visivi ricevuti da un lato del corpo devono prima raggiungere l'emisfero appropriato per poter essere trasmessi all'altro emisfero attraverso il corpo calloso per essere elaborati.
È noto da molto tempo il rapporto speciale tra linguaggio ed emisfero sinistro, tanto che, in generale, possiamo affermare che per la maggior parte delle persone l'emisfero sinistro controlla il linguaggio(1). Il processo mediante cui un emisfero del cervello controlla in modo specifico determinate funzioni è noto come lateralizzazione. Nei mancini, in cui è l'emisfero destro a essere specializzato nel linguaggio e non il sinistro, la lateralizzazione avviene comunque, ma con l'altro emisfero.
La lateralizzazione è un processo che si evolve con la crescita, cioè è geneticamente preprogrammato, ma necessita di tempo per realizzarsi. Si tratta di un processo tipico ed esclusivo del genere umano, che ha inizio all'età di due anni e si conclude pienamente tra i cinque anni e l'inizio della pubertà.
La lateralizzazione per quanto riguarda il linguaggio non rappresenta il solo tipo di specializzazione funzionale negli esseri umani rispetto a un emisfero del cervello piuttosto che l'altro. In quanto precondizione evolutiva alla base dello sviluppo dell'intelligenza umana, attualmente viene considerata una precondizione per l'acquisizione del linguaggio, sia dal punto di vista genetico sia da quello ontogenetico. A sostegno di tale tesi vi è il fatto che l'acquisizione del linguaggio inizia più o meno in concomitanza con la lateralizzazione, oltre che diventa progressivamente più difficile acquisire una lingua straniera dopo l'età in cui si è conclusa la lateralizzazione. Si parla pertanto di età critica, dopo della quale risulta estremamente difficile acquisire una lingua straniera, sicuramente non a livello di piena padronanza delle sue risorse.
A livello fisiologico, esiste una asimmetria degli emisferi tra uomini e donne: il linguaggio come rappresentazione bilaterale è sicuramente una prerogativa femminile, il cui cervello è organizzato in modo maggiormente simmetrico rispetto a quello maschile. Tant'è che lesioni nell'emisfero sinistro comportano una più grave invalidità verbale negli uomini che nelle donne. Studi condotti su gruppi di ragazzi affetti da dislessia (Leonard et al.)(2) portano alla conclusione che questi presentano un planum temporale significativamente asimmetrico verso sinistra e un giro di Heschl sinistro più ampio, a dimostrazione della connessione tra patologie linguistiche e asimmetria del planum temporale sinistro.
Esistono pareri e teorie discordanti circa la capacità dell'emisfero destro di acquisire le funzionalità proprie di quello sinistro in caso di lesioni subite da quest'ultimo. Nonostante i determinanti genetici della lateralizzazione, alcuni sostengono che se l'emisfero sinistro a livello del planum temporale subisce dei danni alla nascita, il planum temporale destro assumerà e funzioni linguistiche, a prescindere dal fatto che si tratti di soggetto mancino o destrimane. Altri, invece, suggeriscono che danni occorsi all'emisfero sinistro in età infantile lasciano come conseguenze non immediatamente percepibili una certa difficoltà nell'apprendimento delle costruzioni grammaticali linguistiche.
A un livello più dettagliato, parlando di lateralizzazione del linguaggio, vi sono diversi aspetti dell'elaborazione linguistica che sembrano essere specifici dell'emisfero sinistro rispetto ad altri. Per fare un esempio, l'emisfero destro può interpretare facilmente singole parole che denotano entità fisiche, ma non è altrettanto efficiente per quanto riguarda l'interpretazione di espressioni grammaticalmente complesse. L'emisfero sinistro funziona meglio con il pensiero associativo e il ragionamento analitico, mentre quello destro è più efficiente con l'elaborazione visivo-spaziale e l'interpretazione della musica.
Tutto ciò fa pensare che il comportamento linguistico comporti il coinvolgimento e l'integrazione di vari processi neurofisiologicamente distinti(3). In pratica, ciò concorda con l'ipotesi di Chomsky secondo cui la facoltà linguistica è una capacità esclusivamente umana e trasmessa geneticamente. Ciononostante, in base alle tuttora scarse evidenze neurofisiologiche, la questione circa la trasmissione genetica del linguaggio è ancora aperta.
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Note e bibliografia
(1) Studi condotti su resti preistorici sugli Homo habilis hanno dimostrato che in tali soggetti era visibile il centro di Broca e i giri cerebrali angolari e sovramarginali, cioè le aree del linguaggio, che risultavano più grandi nell'emisfero sinistro. Tuttavia, non esiste certezza circa l'uso del linguaggio da parte degli Homo habilis, perché anche le scimmie presentano un piccolo omologo del centro di Broca.
(2) Leonard CM, Lombardino LJ, Walsh K, Eckert MA, Mockler JL, Rowe LA, Williams S, Debose CB.: Anatomical risk factors that distinguish dyslexia from SLI predict reading skill in normal children. J Comunic. Disorders 35:501-531 (2002).
(3)Sakai et al. (Sakai KL, Hashimoto R, Homae F.: Sentence processing in the cerebral cortex. Neurosci Res 39(1): 1- 10 (2001) dimostra come il sistema linguistico umano interagisca con altri attivi nella percezione sensoriale, nella memoria e nell'attività cosciente, come anche il resto del sistema coinvolto nella produzione lessicale.


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