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Italian to English: Indagini sperimentali - prove di carico General field: Tech/Engineering Detailed field: Construction / Civil Engineering
Source text - Italian L’elemento oggetto di prova è una vetrata di facciata, vincolata al piano di calpestio tramite un binario metallico, avente un’altezza complessiva di 713 cm ed una larghezza di 150 cm.
La prova è stata eseguita in 3 cicli di carico/scarico simulando le sollecitazioni dovute ai carichi accidentali orizzontali provocati dalla folla gravanti sull’elemento.
Il carico richiesto e concordato preventivamente col Tecnico ing. XXX è pari a q = 2,00 kN/ml applicato mediante l’utilizzo di un martinetto oleodinamico “a spinta” posizionato alla stessa quota delle prove precedenti e centrato nella larghezza, il tutto contrastato da una piattaforma telescopica (vedi Fig.5).
Per ripartire il carico su un metro lineare è stato interposto un travetto in legno da 1,0 m tra il parapetto ed il martinetto; nell’ipotesi che la struttura esaminata collabori circa la sua larghezza, si è concordato con il Tecnico di aumentare il carico concentrato arrivando così a spingere complessivamente l’equivalente pari all’intera larghezza della vetrata. La prova ha evidenziato deformazione sperimentali inferiori a quelle teoriche previste pari a 45,5 mm.
Translation - English The item tested was a storefront glazing, fixed to the floor surface by means of a metal track, having a total height of 713 cm and a width of 150 cm.
The test was performed in 3 loading / unloading cycles simulating the stresses on the item resulting from horizontal accidental loads caused by the crowd.
The load required and previously agreed with the Technician, the Engineer XXX, was q = 2,00 kN/m, applied with a hydraulic jack positioned at the same level of the previous tests and centered in width, fixed to a telescopic platform (see Pic.5).
To distribute the load over 1 linear meter, a 1,0 m wooden joist was inserted between the balustrade and the jack. Assuming that the entire width of the structure was going to cooperate, it was agreed with the Technician to increase the concentrated load, so as to push the equivalent of the entire width of the glazing. The test showed experimental deformations smaller than the theoretical forecast ones of 45,5 mm.
Italian to French: RELAZIONE TECNICA E FASCICOLO DEI CALCOLI - Realizzazione di una struttura in carpenteria metallica e vetro a copertura di una veranda General field: Tech/Engineering Detailed field: Construction / Civil Engineering
Source text - Italian 1) Descrizione sintetica dell’intervento e delle analisi svolte
La presente relazione espone le ipotesi di calcolo ed i criteri di verifica relativi alla realizzazione di una struttura in carpenteria metallica e pannelli di copertura in vetro stratificato temperato, costruita a xx – Francia, per il cliente xx.
Lo scopo dell’intervento è di creare una nuova copertura per la terrazza, situata al primo piano del negozio in cui si stanno conducendo i lavori.
Per la nuova struttura sono stati utilizzati dei pannelli 10+1.52PVB+10 in vetro stratificato temperato sostenuti da una serie di telai in acciaio, a forma di “L”, caratterizzati da pilastri e travi cruciformi realizzati dall’assemblemento di 4 profili a L 80x80x10 mm che creano una sezione globale pari a 160x160x20 mm. I pilastri vanno a poggiare su una trave esistente in c.a. che corre al di sotto della veranda, mentre per le travi è stato realizzato un appoggio a muro mediante l’utilizzo di una piastra di ripartizione del carico.
L’intero telaio verrà infine rivestito con carter in acciaio inox.
L'analisi, il calcolo e le verifiche degli elementi strutturali oggetto del presente intervento sono state effettuate utilizzando i metodi usuali della Scienza delle Costruzioni ed avvalendosi dell’ausilio di un software di modellazione ad elementi finiti, in conformita' alle normative e leggi vigenti (Eurocodici e Normativa italiana):
• Normativa italiana - D.M. M.II.TT. 14/01/2008;
• Normativa italiana - Circolare 2 febbraio 2009;
• Normativa italiana - CNR UNI 10011;
• Eurocodice 1 – Azioni sulle strutture;
• Eurocodice 3 – Progettazione delle strutture in acciaio.
Nel dimensionamento della struttura, le azioni eccezionali di progetto, oltre ai pesi propri ed ai permanenti non strutturali, sono rappresentate dalla neve di accumulo sui pannelli di copertura e dall'azione del vento.
I calcoli e le verifiche degli elementi strutturali, hanno evidenziato i seguenti risultati.
I pannelli in vetro temperato stratificato sono delle lastre che poggiano in corrispondenza di due lati (sulle travi dei telai in acciaio); questi sono sottoposti ad una sollecitazione agli SLU pari a 16.8 MPa, ben inferiore al loro valore di resistenza ultima pari a 67.6 MPa ed ad una deflessione di circa 7 mm, ritenuta accettabile per tali elementi.
Le verifiche sulle travi, caratterizzate da un cambio di sezione nel loro tratto finale (passano da una sezione a croce 160x160x20 mm ad una sezione rettangolare 80x20 mm), hanno evidenziato, in entrambi i casi, che le sollecitazioni di progetto agli SLU risultano essere inferiori alle rispettive resistenze di progetto. Per quanto riguarda invece le deformazione si è visto che, il valore di freccia più penalizzante, pari a 16 mm, risulta essere assolutamente accettabile.
La verifica ad instabilità dei pilastri, considerati come mensole incastrate al piede, ha mostrato che il massimo tasso di lavoro dell’elemento più compresso (valutato come rapporto fra sollecitazioni e resistenze massime a pressoflessione del profilo), è del tutto accettabile attestandosi sul 37.4% .
Infine sono state verificate le connessioni dei telai in acciaio con la struttura esistente.
Per quanto riguarda la piastra di base, al piede del pilastro più sollecitato, questa risulta essere sottoposta ad un momento flettente pari a 4.88kNm, ben lontano dallo snervamanto del piatto (6.85kNm).
Tale piastra viene connessa alla trave in c.a. sottostante mediante quattro tirafindi M16 cl.8.8 tali da scongiurare rotture lato acciaio e/o lato calcestruzzo.
Per quanto riguarda invece la piastra di base inserita nel muro del negozio, che costituisce l’appoggio per ogni trave del telaio in acciao, essa è stata dimensionata per permettere la diffusione nella muratura delle azioni di taglio senza compromettere l’integrità del divisorio.
Translation - French 1) Description synthétique de l'intervention et des analyses effectuées
Ce rapport présente les hypothèses de calcul et les critères de vérification pour la construction d'une structure en charpente métallique et en panneaux de couverture en verre feuilleté trempé, realisée à xx - France, pour le client xx.
Le but de l'intervention est de créer une nouvelle couverture pour la terrasse, située au premier étage du magasin dans lequel les travaux sont en cours.
Pour la nouvelle structure des panneaux 10 + 1.52PVB + 10 en verre feuilleté trempé ont été utilisés, soutenus par une série de cadres en acier, en forme de "L", caractérisés par des piliers et des poutres cruciformes, realisés par l’assemblage de 4 profilés à L 80x80x10mm, qui créent une section globale de 160x160x20 mm. Les piliers reposent sur une poutre existante en beton armé qui court en dessous de la véranda, tandis que pour les poutres un appui à paroi a été réalisée grâce à l'utilisation d'un plateu- répartiteur de charges.
Le cadre entier sera enfin revêtu de boîtier en acier inoxydable.
L'analyse, le calcul et les vérifications des éléments structurels qui sont l’objet de cette intervention ont été effectuées en utilisant les méthodes habituelles de la Science du Bâtiment et à l'aide d'un logiciel de modélisation par éléments finis, conformément aux règlements et lois en vigueur (Eurocodes et la Législation italienne):
• Législation italienne - D. M. M.II.TT. 14/01/2008;
• Législation italienne - circulaire 2 Février 2009;
• Législation italienne - CNR UNI 10011;
• Eurocode 1 - Actions sur les structures;
• Eurocode 3 - Conception des structures en acier.
Dans le dimensionnement de la structure, les actions exceptionnelles de projet, outre ses propres poids et ceux permanents non-structurels, sont représentées par l'accumulation de neige sur les panneaux de couverture et par l’action du vent.
Les calculs et les verifications des éléments structurels ont donné les résultats suivants.
Les panneaux en verre feuilleté trempé sont des feuilles qui reposent en correspondance de deux côtés (sur les poutres des cadres en acier); ils sont soumis à une contrainte aux ELU (états limites ultimes) égale à 16,8 MPa, bien en dessous de leur valeur de résistance ultime de 67,6 MPa et d’une déflexion d'environ 7 mm, ce qui est acceptable pour ces éléments.
Les controles sur les poutres, caractérisées par un changement de section dans leur portion finale (elles passent d'une section transversale de 160x160x20 mm à une section rectangulaire de 80x20 mm), ont montré, dans les deux cas, que les contraintes de projet aux ELU sont inferieures aux respectives résistances de projet. En ce qui concerne la déformation, on a vu que la valeur de la flèche la plus pénalisante, égale à 16 mm, se révèle être tout à fait acceptable.
La verification de la resistence à l’instabilité des piliers, qui sont considérés comme des consoles endentées au pied, a montré que le taux maximum de travail de l'élément le plus comprimé (évalué comme le rapport entre les contraintes et les résistances maximales au flambage du profilé) est tout à fait acceptable, en atteignant le 37,4% .
Enfin, les connexions de cadres en acier avec la structure existante ont été vérifiées.
Quant à la plaque de base, au pied du pilier le plus sollicité, cela se révèle être soumise à un moment de flexion égal à 4.88kNm, bien loin de l’enervement du plat (6.85kNm).
Cette plaque est reliée à la poutre de beton armé en dessous à l'aide de quatre boulons d’ancrage M16 cl.8.8 de manière à éviter des ruptures sur le coté acier et/ou sur le côté béton.
Quant, au contraire, à la plaque de base insérée dans la paroi du magasin, qui constitue le support pour chaque poutre du cadre en acier, elle a été dimensionnée de manière à permettre la diffusion dans la maçonnerie des opérations de coupe, sans compromettre l'intégrité de la cloison.
English to Italian: The Committee on Petitions of the European Parliament's reply to Petition 0212/2008 by XXX (Belgian), on the creation of landfill sites General field: Law/Patents Detailed field: Environment & Ecology
Source text - English 3. Commission reply, received on 25 November 2008.
"Landfills are regulated at Community level by Directive 1999/31/EC on the landfill of waste. This directive lays down requirements for the design, operation, closure and after-care of landfills.
According to Annex I to the Landfill Directive, the location of a landfill must take into consideration requirements relating to:
a) the distances from the boundary of the site to residential and recreation areas, waterways, water bodies and other agricultural or urban sites;
b) the existence of groundwater, coastal water or nature protection zones in the area;
c) the geological and hydrogeological conditions in the area;
d) the risk of flooding, subsidence, landslides or avalanches on the site;
e) the protection of the nature or cultural patrimony in the area.
The selection of the landfill location and the decision to authorise a landfill is to be taken by the competent authorities of the Member States. The landfill can be authorised only if the characteristics of the site with respect to the above-mentioned requirements indicate that the landfill does not pose a serious environmental risk.
Landfills for hazardous waste must also be subject to an environmental impact assessment pursuant to Directive 85/337/EEC as amended by Directive 97/11/EC on the assessment of the effects of certain public and private projects on the environment. Other landfills may be subject to an assessment if they are likely to have significant effects on the environment. According to the existing Greek legislation transposing the directive, an environmental impact assessment is always required regarding landfill projects.
According to the information in the possession of the Commission, the landfill site of Karvounari has been authorised following an Environmental Impact Assessment (EIA) by Decision 3679/24.9.2003. Likewise, for the landfill site of Levkimi, an EIA was carried out and the project was authorised by Decision 7293/9.8.1999. Both sites are also foreseen in the relevant regional waste management plans.
The Commission, as the guardian of the Treaty, would take legal action against any Member State should it have enough evidence to believe that there is a breach of Community law. However, according to the information provided by the petitioner in this case, the Commission believes that both sites are in compliance with the requirements laid down in the above-mentioned EC legislation and, therefore, no breach of Community law can be established."
Translation - Italian 3. Risposta della Commissione, ricevuta il 25 novembre 2008.
"Le discariche sono disciplinate a livello comunitario dalla direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti, che dispone i requisiti per la progettazione, il funzionamento, la chiusura e la gestione successiva alla chiusura.
In conformità dell'allegato I della direttiva sulle discariche, per l'ubicazione di una discarica si devono prendere in considerazione i seguenti fattori:
a) le distanze tra i confini del sito e le zone residenziali e di ricreazione, le vie navigabili, i bacini idrici e le altre aree agricole o urbane;
b) l'esistenza di falde freatiche, acque costiere o di aree protette nelle vicinanze;
c) le condizioni geologiche e idrogeologiche dell'area;
d) il rischio di inondazione, cedimento, frane o valanghe del sito;
e) la protezione del patrimonio naturale o culturale dell'area.
La scelta dell'ubicazione della discarica e la decisione di autorizzarne la creazione incombono sulle autorità competenti degli Stati membri. La discarica può essere autorizzata solo se le caratteristiche del luogo, per quanto riguarda i fattori summenzionati, indicano che la discarica non costituisce un grave rischio ecologico.
Le discariche di rifiuti pericolosi devono inoltre essere sottoposte a una valutazione dell'impatto ambientale ai sensi della direttiva 85/337/CEE modificata dalla direttiva 97/11/CE concernente la valutazione dell'impatto ambientale di taluni progetti pubblici e privati. Altre discariche possono essere sottoposte a una valutazione se esiste la probabilità che abbiano un impatto significativo sull'ambiente. In conformità dell'attuale normativa greca di recepimento della direttiva, i progetti relativi alle discariche sono sempre soggetti a una valutazione dell'impatto ambientale.
Secondo le informazioni a disposizione della Commissione, il sito della discarica di Karvounari è stato autorizzato a seguito di una VIA con decisione 3679/24.9.2003. Analogamente, per il sito della discarica di Levkimi è stata effettuata una VIA e il progetto è stato autorizzato con decisione 7293/9.8.1999. Entrambi i siti sono altresì previsti nei pertinenti piani regionali di gestione dei rifiuti.
La Commissione, in quanto custode del trattato, può avviare un'azione giuridica contro uno Stato membro qualora esistono sufficienti elementi per presumere una violazione del diritto comunitario. Tuttavia, secondo le informazioni fornite dal firmatario nella fattispecie, la Commissione ritiene che entrambi i siti rispettano i requisiti previsti dalla normativa CE di cui sopra e che, pertanto, non si possa ravvisare alcuna violazione del diritto comunitario."
French to Italian: Notice architecturale et technique General field: Tech/Engineering Detailed field: Construction / Civil Engineering
Source text - French Au R+1 (incidences sur travaux du magasin existant de la phase 3):
- Impacts sur les zones des nouveaux escaliers, de la nouvelle circulation sur l’ascenseur PMR, des cabines d’essayage, de la zone back office pour les installations CFO/CFA/SSI.
- Impacts suivant les nouveaux aménagements (incidences sur les éclairages, les BAES, les postes de travail, toutes les installations CFA, sur le SSI).
- Impacts sur les éclairages existants qui seront remplacés par des luminaires identiques à la Phase 4 en DALI. Implique le remplacement de tous les luminaires et le nouveau câblage sur BUS DALI depuis la nouvelle armoire DALI dans le local TGBT Magasin au RDC. Incidences sur les nouveaux emplacements des postes de travail (câblages CFO+CFA), sur les modifications des positions des BAES (suivant emplacements des rails pour les éclairages), les nouveaux emplacements pour la sonorisation, les nouveaux emplacements pour les caméras de vidéo-surveillance, les nouveaux emplacements pour les détecteurs incendie.
- Dans la zone BOH, dépose et repose les luminaires existants suivant les nouveaux cloisonnements ou leur remplacement dito ceux installés dans la zone BOH de la Phase 4.
- Dans la zone BOH, modifications suivant les besoins futurs en prises de courants, attentes spécifiques, postes de travail.
Généralités :
Incidences sur les armoires existantes dans les deux magasins avec reprises sur les câblages + protections des circuits + modifications des repères en face avant + modifications des schémas.
Incidences sur les baies CFA, dans le local IT au RDC (magasin xx existant) + dans le local CFA au SS1 (côté magasin rénové en phase 4), avec reprises des câbles cat.6a (installations de nouveaux câbles et suppressions d’anciens câbles suivant les positions des postes de travail), avec reprises des repères sur les bandeaux des baies, cahiers de recettes pour les 2 baies, modifications sur les éléments de la sonorisation + vidéo-surveillance + le cas échéant sur le contrôle d’accès.
Déplacement de la baie SSI installée en Phase 4 au RDC dans le local SSI au RDC (côté xx existant), pour reprendre les installations des 2 magasins sur une seule baie (incidence sur la programmation après avoir réuni les BUS et asservissements).
Installation d’arrêt d’urgence agissant sur les 2 TGBT généraux au SS2 des 2 magasins. Actuellement chaque magasin est doté d’un arrêt d’urgence électrique qui coupe chaque TGBT indépendamment.
Translation - Italian Al P+1 (incidenze sui lavori del negozio esistente della fase 3):
-Impatto sulle zone delle nuove scale, del nuovo traffico sull'ascensore disabili, dei camerini,della zona back office per gli impianti corrente forte/corrente debole/sicurezza antincendio.
-Impatti a seguito di nuovi allestimenti (incidenze sull'illuminazione, i blocchi autonomi d'illuminazione d'emergenza, le postazioni di lavoro, tutti gli impianti corrente debole, sul sistema di sicurezza antincendio).
-Impatti sugli apparecchi illuminanti esistenti che saranno sostituiti da apparecchi identici alla fase 4 in DALI. Implica la sostituzione di tutti gli apparecchi e il nuovo cablaggio su BUS DALI dal nuovo quadro DALI nel locale quadro generale bassa tensione negozio al pianterreno. Incidenze sulle nuove posizioni delle postazioni di lavoro (cablaggi corrente forte + corrente debole), sulle modifiche alle posizioni dei blocchi autonomi di illuminazione d'emergenza (a seconda delle posizioni dei binari per l'illuminazione), nuove posizioni per la sonorizzazione, nuove posizioni per le telecamere di videosorveglianza , nuove posizioni per i rilevatori d'incendio.
-Nella zona BOH, rimozione e re-installazione degli apparecchi esistenti in base alle nuove partizioni o alla loro sostituzione di cui sopra, come quelli installati nella zona BOH della Fase 4.
-Nella zona BOH, modifica in base alle esigenze future di prese di corrente, predisposizioni specifiche, postazioni di lavoro.
Aspetti generali:
Incidenze sui quadri esistenti nei due negozi con riparazioni dei cablaggi + protezione dei circuiti + modifica dei riferimenti sul fronte anteriore + modifica degli schemi. Incidenze sui vani corrente debole nel locale IT al piano terra (negozio xx esistente) + nel locale corrente debole al seminterrato 1 (lato negozio ristrutturato in fase 4), con rifacimento di cavi Cat. 6a (installazione di nuovi cavi e rimozione di vecchi cavi secondo le posizioni delle postazioni di lavoro), con rifacimento dei riferimenti sulle fasce dei vani, libretti di collaudo per i 2 vani, modifiche agli elementi della sonorizzazione + video sorveglianza + opzionalmente sul controllo accessi. Spostamento del vano sicurezza antincendio installato nella Fase 4 al piano terra nel locale sicurezza antincendio (lato xx esistente), per rifare gli impianti dei 2 negozi in un unico quadro (incidenza sulla programmazione dopo aver riunito i BUS e i servomeccanismi).
Installazione di arresto d'emergenza che agisce sui 2 quadri generali bassa tensione al seminterrato 2 dei 2 negozi. Attualmente ogni negozio dispone di un arresto di emergenza elettrico che taglia ogni quadro generale bassa tensione in dipendentemente.
French to Italian: Lettre Avocat sur projet d’assignation en intervention forcée et en garantie General field: Law/Patents Detailed field: Law (general)
Source text - French Chère Madame,
Vous trouverez, ci-joint, mon projet d’assignation en intervention forcée et en garantie à l’encontre de votre assureur, étant rappelé qu’une telle assignation est par principe succincte et simplifie nécessairement à l’extrême le fond pour uniquement permettre la régularisation procédurale après laquelle le débat concernant ledit fond aura seulement lieu.
Cela étant, je vous remercie par avance de vos éventuelles observations concernant ce projet (notamment au regard des éléments y étant surlignés en jaune et faisant écho à mes observations/interrogations ci-dessous concernant la consistance réelle et le phasage de vos travaux) afin de me permettre de saisir dès que possible mon Huissier instrumentaire pour délivrance effective en amont de l’audience de mise en état du xx mai prochain.
Si cet appel en garantie ne sera évidemment pas joint avec l’affaire principale lors de cette prochaine audience, il est en revanche nécessaire que je puisse au moins justifier lors de cette audience auprès du Magistrat de l’effectivité des diligences afférentes aux fins d’attraire votre assureur et ainsi utilement solliciter le renvoi à une audience ultérieure pour ladite jonction.
Par ailleurs, mon Huissier instrumentaire m’indique qu’il doit disposer d’une version de cette assignation (uniquement l’assignation, pas les pièces y étant jointes) traduite en italien mais pas obligatoirement par un traducteur assermenté.
Enfin, je vous précise avoir pu examiner vos différentes observations et pièces dont je vous remercie, outre les pièces adverses versées aux débats dont je dispose à mon dossier, étant d’ores et déjà précisé que certaines pièces adverses me font toujours défaut et notamment certaines annexes du rapport de Monsieur xx, ainsi que les seconds originaux des assignations tant en référé qu’au fond censées vous avoir été signifiées.
A ce titre, je vous remercie de m’adresser la copie intégrale des actes dont vous avez eu effectivement connaissance, si j’ai bien compris, par l’intermédiaire de Monsieur xx pour l’assignation en référé et par l’intermédiaire de Monsieur xx pour l’assignation au fond sur laquelle votre entreprise est toujours domiciliée à l’adresse du chantier, outre son adresse antérieure en Italie.
Avant de faire de première part état (vraisemblablement dans un premier temps par le biais de conclusions d’incident en considération de la compétence exclusive du Juge de la mise en état en la matière) des problèmes de nullité/irrecevabilité des procédures et des opérations d’expertise à votre endroit, je serais en effet certainement amené, si je ne devais pas obtenir spontanément lesdites pièces manquantes du Conseil de la demanderesse, à signifier pour l’audience du xx mai prochain des première conclusions d’incident aux fins de communication de pièces notamment concernant lesdits seconds originaux des assignations qui sont censées vous avoir touché, car leur examen est nécessaire à la parfaite argumentation relative à cette nullité/irrecevabilité.
Cela différera évidemment la régularisation de nos conclusions en défense « au fond », qui n’interviendraient alors qu’une fois ledit incident de communication de pièces vidé, étant de surcroit rappelé que cette défense « au fond » en passera a priori préalablement par un nouvel incident devant le Juge de la mise en état du chef de la nullité/irrecevabilité.
Cela étant et dans le cadre de l’élaboration des conclusions en défense (qu’elles soient d’incident (communication de pièces ou nullité/irrecevabilité) ou au fond) que je serais amené à signifier pour l’audience du xx mai prochain, je note d’ores et déjà des pièces et observations en ma possession, sauf erreur, que :
- Le bon de commande annoncé n’est pas joint à votre envoi ci-dessous. Merci de sa transmission.
- Le document «xxx», auquel j’ai compris que renvoyait ce bon de commande, ne vise que les travaux du lot xx (jardin/cours), mais le rapport d’expertise de Monsieur xx, l’assignation au fond de la xxx, ainsi d’ailleurs que le rapport xx de xx vous présentent comme entreprise générale d’xx concernant de surcroit des travaux de « réhabilitation lourde".
Vous remerciant par avance de votre retour sur ces différents éléments et surtout dans un premier temps de votre validation rapide de mon projet d’assignation à l’encontre de votre assureur, outre de votre position concernant sa traduction, afin de me permettre de saisir dès que possible mon Huissier instrumentaire,
Votre bien dévoué,
Translation - Italian Buongiorno,
In allegato troverete il mio progetto di citazione per chiamata in giudizio e in garanzia nei confronti del vostro assicuratore, ricordando che una tale citazione è, di principio, succinta, e semplifica necessariamente il merito all'estremo, al fine di consentire la regolarizzazione procedurale, dopo la quale soltanto il dibattito riguardante il detto merito avrà luogo.
Detto questo, vi prego di inviarmi le vostre eventuali osservazioni su tale progetto (in particolare riguardo agli elementi evidenziati in giallo che corrispondono alle mie osservazioni/domande che troverete qui in basso, inerenti alla reale consistenza e alle fasi dei vostri lavori), affinché io possa adire il prima possibile il mio Ufficiale compilatore per il conferimento effettivo a monte dell’udienza d’istruzione del prossimo xx maggio.
Se questa chiamata in garanzia non dovesse essere associata al processo principale in occasione dell’udienza, sarà necessario che durante tale udienza io possa almeno giustificare al Magistrato l’effettività degli adempimenti afferenti, al fine di citare il vostro assicuratore e così sollecitare utilmente il rinvio a un’ulteriore udienza per la suddetta associazione.
Inoltre, il mio Ufficiale compilatore mi indica che deve disporre di una versione di questa citazione tradotta in italiano (soltanto la citazione, non gli allegati), non obbligatoriamente da un traduttore giurato.
Infine, vi preciso che ho potuto esaminare le vostre osservazioni ed allegati, di cui vi ringrazio. Ho anche esaminato i documenti della parte avversa a mia disposizione allegati ai dibattiti, ma preciso sin d’ora che non dispongo ancora alcuni documenti, in particolare di diversi allegati della perizia del Sig. xx, nonché i secondi originali delle citazioni, sia di quella diretta a giudizio che di quella in giudizio di merito, che si ritiene vi siano state notificate.
A tal proposito vi prego di inviarmi la copia integrale degli atti dei quali siete venuti effettivamente a conoscenza, se ho ben capito, tramite il Sig. xx per quanto riguarda la citazione diretta a giudizio e tramite il Sig. xx per la citazione in giudizio di merito (nella quale la vostra azienda è ancora domiciliata all’indirizzo del cantiere, oltre che al suo vecchio indirizzo in Italia).
Prima di menzionare di prima parte (verosimilmente in un primo tempo tramite ricorso incidentale, in considerazione della competenza esclusiva in materia del Giudice dell’udienza d’istruzione) i problemi di nullità/non ricevibilità delle procedure e delle operazioni di perizia nei vostri confronti, sarò infatti certamente portato a - qualora non dovessi ricevere spontaneamente i suddetti allegati mancanti dal Consulente della parte attrice - a notificare per l’udienza del prossimo xx maggio alcune prime conclusioni incidentali al fine della comunicazione degli allegati, in particolare di quelli riguardanti i suddetti secondi originali delle citazioni che si ritiene vi siano state recapitate, poiché il loro esame è necessario per la perfetta argomentazione sulla nullità/non ricevibilità.
Questo ovviamente ritarderà la regolarizzazione delle nostre conclusioni in difesa “nel merito”, che interverranno soltanto una volta sistemato il detto incidente nella comunicazione dei documenti. Ricordo inoltre che tale difesa “nel merito” passerà a priori innanzitutto per un nuovo caso davanti al Giudice d’istruzione della causa in ragione della nullità/non ricevibilità.
Detto questo e nel quadro dell’elaborazione delle conclusioni in difesa (che siano d’incidente – comunicazione di documenti o nullità/non ricevibilità – oppure di merito) che sarò portato a notificare all'udienza del prossimo xx maggio, segnalo sin d’ora, per quanto riguarda i documenti e le osservazioni in mio possesso, salvo errore, che:
-Non avete allegato l’ordine che avete menzionato in basso. Vi prego di inviarmelo.
-Il documento «xxx», al quale ho capito fa riferimento l’ordine, riguarda soltanto i lavori della voce xx (giardino/cortili), però la relazione di perizia del Sig. xx, la citazione in giudizio di merito della xxx, nonché la relazione xx della xx vi presentano come ditta appaltatrice di xx, che si occupa in aggiunta di lavori di “ristrutturazione importante”.
Vi ringrazio sin d'ora per le vostre risposte su questi elementi e soprattutto in primo luogo per la vostra rapida convalida del mio progetto di citazione nei confronti del vostro assicuratore, oltre alla vostra posizione riguardante la sua traduzione, al fine di consentirmi di contattare il prima possibile il mio Ufficiale compilatore.
Cordiali saluti,
Italian to English: Hanging instruction[wallcovering] General field: Tech/Engineering Detailed field: Construction / Civil Engineering
Source text - Italian Hanging instruction
METAL LEAF PRODUCTS
Inspect goods carefully. Additional rollage from this dye-lot may not be available. No returns on cut goods.
Confirm that you have the correct color and wallcovering before installing.
No claims allowed for labor charges or consequential damages under any conditions.
Wallcoverings can display certain irregularities which are inherent to the manufacturing process.
PREPARATION:
THIS IS A NATURAL PRODUCT. COLOR VARIATION IS NORMAL. Please carefully grade for color flow before installing.
Prepare Wall with Oil-Based Flat Primer to mirror-smoothness. Primer may be color blended to match wallcovering. Don’t paint primer too thick, so moisture from paste can evaporate. Walls must be completely dry before hanging Metal Leaf Products.
ADHESIVE:
Use Pre-mixed Heavy Duty Clear Vinyl paste, e.g. Shur-stik 780. It will take time up to week for adhesive to completely dry out.
INSTALLATION:
Trim with a very sharp razor blade.
Make sure paste is spread evenly and ADEQUATELY over entire back of wallcovering.
Apply paste thicker to edges to avoid seams opening.
Do not fold after pasting, as the creases may be difficult to smooth out.
Do not pile up folded wallcovering.
Smooth with a Soft Brush. Don’t rub face of paper with stiff brush.
Immediately wipe off excess paste with soft damp cloth and then, with a dry cloth.
Never use Roller directly on surface of wallcovering. If you must use a Roller, place a thin paper between the Roller and the surface of the wallcovering.
RELAXING TIME:
It is essential to allow wallcovering sufficient relaxing time to avoid Bubbling, Shrinking and Seam Opening. Allow the paste enough time to soak (relax) into a sheet before hanging.
Usual Relaxing Time: 5-10 Minutes.
Do a small test strip to determine the proper relaxing time.
PLEASE NOTE:
Avoid excessively soaking paper. Don’t pull panels once they have been placed on the wall. Either of these may cause seams to open during drying.
Avoid direct or brightly reflected sunlight. Not guaranteed against fading or color change.
DO NOT:
CREASE WALLCOVERING.
Translation - English Istruzioni d’installazione
PRODOTTI IN FOGLIA METALLICA
• Controllare attentamente la merce. Ulteriori rotoli di questo bagno di colore potrebbero non essere disponibili. Non è possibile restituire la merce tagliata.
• Verificare di avere il rivestimento murale corretto e nel colore corretto prima della posa.
• In nessun caso sono consentite richieste di rimborso spese di manodopera o conseguenti danni.
• Il rivestimento murale può mostrare alcune irregolarità che sono inerenti al processo di fabbricazione.
PREPARAZIONE:
QUESTO È UN PRODOTTO NATURALE. LA VARIAZIONE DI COLORE E’ NORMALE. Si prega di preparare, sfumandolo, il flusso di colore prima di installare.
Preparare la parete con primer opaco a base d’olio fino ad ottenere una superficie a specchio. Il primer può essere mescolato a colore per abbinarlo al rivestimento murale. Non spennellare uno strato troppo spesso di primer, in modo che l'umidità possa evaporare dalla colla. Prima di posare prodotti a foglia metallica le pareti devono essere completamente asciutte.
ADESIVO:
Utilizzare colla vinilica resistente chiara pre-miscelata, ad esempio Shur-stik 780. Ci vorrà del tempo, fino a una settimana, perché l’adesivo si asciughi completamente.
INSTALLAZIONE:
Tagliare con una lama di rasoio molto affilata.
Assicurarsi che la colla venga stesa in modo uniforme e SUFFICIENTEMENTE su tutta la parte posteriore del rivestimento muale.
Applicare uno strato di colla più spesso ai bordi per evitare l'apertura delle giunzioni.
Non piegare dopo aver incollato, poiché le pieghe possono essere difficili da appianare.
Non impilare carta da parati piegata.
Lisciare con una spazzola morbida. Non strofinare il fronte della carta con spazzola dura.
Rimuovere subito la colla in eccesso con un panno morbido inumidito e poi, con un panno asciutto.
Non usare mai il rullo direttamente sulla superficie del rivestimento. Se si deve utilizzare un rullo, posizionare un foglio sottile di carta tra il rullo e la superficie del rivestimento murale.
TEMPO DI RIPOSO:
E 'essenziale dare al rivestimento murale un tempo sufficiente di riposo per evitare la formazione di bolle, il restringimento e l’apertura delle giunzioni. Lasciare la colla abbastanza tempo per penetrare (tempo di riposo) in un foglio prima di attaccarlo.
Tempo di riposo abituale: 5-10 minuti.
Fate una piccola striscia di prova per determinare il giusto tempo di riposo.
NOTA BENE:
Evitare di inzuppare eccessivamente la carta; non tirare i pannelli una volta che sono stati collocati sulla parete. Entrambe le cose possono causare l’apertura delle giunzioni durante l'asciugatura.
Evitare la luce solare diretta o riflessa vivacemente. Non garantito contro lo sbiadimento o il cambiamento di colore.
NON:
SGUALCIRE LA CARTA DA PARATI.
Italian to English: Turin Tourist Guide (extracts) General field: Marketing Detailed field: Tourism & Travel
Source text - Italian 4. Personaggi in Galleria
Uscendo dall’ingresso principale della tettoia dell’orologio si ha giusto il tempo di dare di alzare la testa e dare un’occhiata all’ora scandita dal grande orologio (un orologio che tanto somiglia a quello di una stazione a suggerire forse l’idea che Porta Palazzo sia un luogo di perenni arrivi e partenze) prima di attraversare i binari del tram e immergersi nel grande mercato ortofrutticolo all’aperto.
È questa zona della piazza che fa di Porta Palazzo il mercato più grande e affascinante d’Italia e d’Europa, imbattibile per varietà e convenienza dei prezzi. Si comincia con i venditori di menta [12] marocchini che ti sventagliano sotto il naso mazzetti di menta verde e profumatissima: un ingrediente piemontese e mediorientale allo stesso tempo, che consensa in sé il simbolo dell’incontro delle diverse anime del mercato. La comprano i piemontesi per le ricette d’un tempo e la comprano i maghrebini per il loro tradizionale tè alla menta, per appena cinquanta centesimi. Gli stessi venditori, tutti uomini, così come sono esclusivamente donne le venditrici di pane, in un parallelismo tra genere e cibo tipico della comunità marocchina, durante i mesi invernali oltre alla menta propongono anche mazzetti di shiba, ossia di assenzio. Questa erba è un ottimo aromatizzante per il tè: se d’estate è preferita la menta per le
sue qualità rinfrescanti, d’inverno le famiglie maghrebine scelgono spesso di preparare il tè con qualche foglia di shiba, arrivata a Porta Palazzo direttamente dal Marocco.
Attraversare questa zona del mercato rappresenta un’esperienza multi-sensoriale davvero unica nel suo genere: tutti i sensi, dall’udito, alla vista, al gusto, all’olfatto fino al tatto sono coinvolti e sollecitati dal susseguirsi di banchi di frutta e verdura che si estendono fino all’estremità della piazza. Le urla dei mercanti che gridano belle mele belle mele rose, carciofi teneri tenerissimi un euro al chilo, solo un euro al chilo i meloni di Sicilia, il profumo delle nespole, degli ananas, delle pere, dell’aglio, i colori dei pomodori, delle melanzane, dei peperoncini appesi ad essiccare, il bagliore dei raggi di sole tra un banco e l’altro in un mattina d’estate e il luccichio delle lampadine dondolanti contro il cielo scuro in un pomeriggio d’inverno, il gusto degli assaggi offerti o richiesti per provare la qualità d’un frutto, la superficie rugosa i una noce, spinosa di un cardo, vellutata di una pesca, il contatto, lo struscìo con i corpi, con le borse, con i cappotti delle altre centinaia di clienti del mercato, rendono indimenticabile una semplice passeggiata dal centro della piazza sino al suo confine settentrionale.
Qui, come per magia, la ressa e i rumori del mercato lasciano il posto alla tranquilla maestosità della Galleria Umberto I [13]. La Galleria, con il suo candore e l’armonia delle sue forme, corre oggi là dove nel passato si snodavano le corsie dell’Ospedale del Mauriziano. Il lavori di sventramento del vecchio ospedale, che qui era sorto nel XVI secolo, furono ultimati nel 1890 per opera di privati, e infatti ancor oggi la Galleria appartiene a privati: al calar del sole i cancelli d’ingresso si chiudono con catene e lucchetti, a tutelare la pulizia e il decoro di questo vero e proprio gioiello archietettonico. La memoria di quel che fu l’antico ospedale resta nascosta nell’Antica Farmacia dell’Ordine del Mauriziano [14], fondata nel 1574 e ancor oggi operante nel ramo orientale della Galleria. Gli interni sono impreziositi da dorati mosaici, lascito degli anni in cui tutto intorno operavano medici e infermiere per curare i malati e i poveri di Torino. Nel 1870 erano centocinquanta i letti disponibili nell’ospedale, per lo più gratuiti. Se si chiudono gli occhi, si possono ancora immaginare i nove medici, gli otto studenti di medicina, i due cappellani e le dodici suore che si muovevano tra questi letti, artefici
di una medicina ancora agli albori, eppure già scientifica.
In queste corsie passò gli ultimi suoi giorni tra gli altri anche l’avvocato Vincenzo Virginio, che una targa oggi scomparsa posta sulla facciata della Galleria ha a lungo commemorato come colui che, “in anni di funesta carestia, introdusse primo in Piemonte la coltura della patata”. Il Virginio, al pari di Francesco Cirio, va ricordato come uno dei padri di Porta Palazzo: per merito suo a inizio Ottocento comparvero infatti sui banchi del marcato non solo le patate, ma anche i tartufi, divenuti poi tesoro gastronomico della regione.
Oggi la Galleria ha finalmente ritrovato lo spirito di bazar commerciale secondo il quale era stata concepita. Ai vecchi negozi tipicamente piemontesi, si accostano agenzie immobiliari cinesi come “Cinacasa”, nel cui simbolo si sovrappongono la Mole Antonelliana e il Tempio del Cielo di Pechino, e parrucchieri nigeriani specializzati nel realizzare acconciature con le tradizionali treccine dell’Africa subsahariana: i grandi manifesti che illustrano le decine di diverse soluzioni con cui si possono pettinare e combinare i capelli fittamente intrecciati adornano le vetrine del negozio presentando un campionario di notevole valore estetico. Il negozio più interessante della Galleria è però forse l’ormai antico Cineserie Ming [15]. Vero simbolo dei prodromi dell’attuale carattere multietnico e interculturale della zona, il negozio propone un vasto assortimento di artigianato orientale. Tuttavia l’aspetto più interessante è sicuramente rappresentanto dalla storia del negozio, che ci viene raccontata dalla viva voce del proprietario, Livio Lee: “Mio padre fu tra i primi cinesi ad arrivare a Torino, forse il primo in assoluto. Era il 1949, mio padre era un giornalista. Qui a Torino conobbe mia madre, una ragazza italiana, e insieme misero su questo negozio. Fino a qualche anno fa i negozi erano due, qua a fianco avevamo un negozio di pelli e tessuti. Oggi è rimasto questo, importiamo artigianato cinese di pregio e cose più piccole, le cineserie appunto!”.
Livio, con i suoi occhi orientali su un viso così italiano, è una “seconda generazione” ante litteram, cresciuto in Italia che ancora ignorava le sfide e le prospettive legate alla crescita dei figli degli immigrati. Suo padre è divenuto con i decenni non solo una memoria storica di una Cina che non c’è più, ma anche di un quartiere che in cinquant’anni è profondamente mutato ed è certamente divenuto più cinese di quanto non fosse al suo arrivo. Se passando davanti al negozio un sabato mattina vedrete seduto all’interno un anziano signore dagli occhi a mandorla, che forse starà ascoltando la sua amata radiolina o sfogliando un giornale, sappiate che si tratta senza dubbio del vecchio signor Lee alle prese con i suoi passatempi preferiti.
Degno di nota è anche il MAO, collocato poco distante dalla galleria. Il Museo di Arte Orientale, è stato aperto al pubblico nel dicembre 2008 in un contesto particolarmente favorevole.
In questi anni, infatti, anche nel panorama cittadino è emersa la necessità di creare strumenti adeguati per la conoscenza e la comprensione di mondi lontani. Un museo capace di proporre le creazioni artistiche di diverse culture non soltanto adempie alla propria vocazione di luogo di conservazione ed esposizione, ma soprattutto induce il visitatore ad ampliare il proprio orizzonte. Su questi presupposti è nata l’idea di creare a Torino un Museo d’Arte Orientale, con la ridefinizione, il rinnovamento e l’ampliamento della Sezione Orientale del Museo Civico d’Arte Antica. Il Comune di Torino ha messo a disposizione del nuovo museo il Palazzo Mazzonis, edificio di sua proprietà situato all'incrocio delle vie S. Domenico e S. Agostino. Il MAO si propone inoltre quale strumento di mediazione per i visitatori generalmente lontani dalle concezioni e dai climi culturali ai quali le opere esposte si riferiscono. Il museo intende ispirare nel visitatore nuove forme di pensiero e di rappresentazione fino alla piena consapevolezza di quanto sia preziosa ogni espressione del sapere umano.
Il MAO si propone altresì di raccogliere, conservare e presentare al pubblico opere significative della produzione artistica delle società asiatiche e di consentire agli studiosi della cultura e dell’arte di quei paesi un più approfondito studio delle opere medesime.
Prima di lasciare la Galleria fate anche un salto alla sede del Progetto Porta Palazzo – The Gate [16] (lun.-ven., 10-17) L’ufficio si trova proprio all’ingresso della Galleria, dal lato di Piazza della Repubblica, e ospita lo staff che ormai da più di dieci anni lavora per la riqualificazione e la promozione del quartiere. Le azioni e i settori di intervento di “The Gate” sono numerosissimi e spaziano dall’urbanistico al sociale, dall’economico al culturale. Tra le tante attività sostenute ricordiamo “In piazza si impara”, le lezioni di lingua all’aperto che tutti gli anni animano la zona di Porta Palazzo la domenica mattina, l’Orchestra di Porta Palazzo (www.orchestradiportapalazzo.com), il gruppo musicale costituito dall’Associazione Plache du Marché che dà vita alla più autentica colonna sonora della piazza, e “Bibliomigra”, la biblioteca multilingue itinerante che si sposta attraverso la città su un banchetto del mercato riadattato all’occorrenza. La sede di “The Gate” è aperta al pubblico e al territorio, e all’interno si possono trovare interessanti materiali, borchure e volantini per essere sempre aggiornati su quanto accade a Porta Palazzo.
5. Sotto la Madonnina dei pescivendoli
Il ramo occidentale della Galleria Umberto I ci conduce direttamente sotto i portici di piazza della Repubblica. Ci troviamo in realtà in un settore molto particolare di Porta Palazzo, che fino alla prima metà del secolo scorso portava addirittura un nome diverso rispetto al resto della piazza: piazza Vittoria. I bellissimi palazzi che segnano la congiunzione tra l’area mercatale e via Milano risalgono infatti a un periodo precedente rispetto all’edificazione della piazza del mercato e sono firmati da Filippo Juvarra, forse il più celebre degli architetti torinesi del periodo sabaudo. L’esedra juvarriana [17], attualmente in via di restauro, fu disegnata attorno al 1720 e prevedeva la costruzione di un arco trionfale di ingresso alla piazza, che non fu però mai realizzato. A quell’epoca Porta Palazzo ancora non esisteva, e piazza Vittoria si apriva sui campi e sulle primitive industrie del borgo Dora. Seguendo tutto il perimetro dei portici si oltrepassano alcuni frequentatissimi ristoranti, tra i quali ‘A picciridda [18], tipica pizzeria siciliana che nelle sere d’estate riempie una buona metà della piazza con i suoi tavolini all’aperto offrendo a torinesi e turisti le spiacialità della cucina mediterranea dell’Italia meridionale, e si ritorna infine nell’area dei mercati.
Qui una sosta è d’obbligo per visitare una delle più originali botteghe della piazza, la storica drogheria Rinaldi [19], che apre la sua porta al numero 2 di piazza Emanuele Filiberto. Non appena entriamo nel negozio, lungo e stretto, veniamo inebriati dai profumi del reparto casalinghi: il sapone di Marsiglia e soprattutto il raro e scuro sapone di Aleppo. “È una delle nostre specialità”, ci spiega Davide, rappresentante dell’ultima generazione dei Rinaldi, la famiglia che fin dal 1870 gestisce il negozio.
“Lo importiamo direttamente dalla Siria, è una sapone prezioso, preparato a mano con olio di oliva e bacche di allora… vengono clienti da tutta Torino per comprarlo da noi”. In alto, sopra le dispense ricolme di prodotti, notiamo una serie di fotografie in bianco e nero: ritratti antichi di uomini con cappelli a bombetta e occhialini tondi. “Ecco il mio trisnonno e il mio bisnonno”, ci spiega sempre con cordialità e simpatia Davide. “Fino al 1904 il negozio era dall’altra parte di piazza della Repubblica, poi ci siamo spostati qui. Abbiamo cominciato a portare a Torino i prodotti delle colonie italiane, dall’Africa, e siamo certamente stati i primi a Porta Palazzo a vendere cibi come il cous-cous, lo halvà o la farina per preparare i falafel. Molto prima che arrivassero gli immigrati, noi vendevamo già decine di varietà di tè cinese e lo zenzero candito”. La drogheria è veramente un luogo di meraviglie e di tesori (quasi) scomparsi. I prodotti vengono venduti quasi tutti sfusi e spaziano dalla liquirizia calabrese all’orzo tostato, dai semi di lino alla cera vergine d’api, dai dodici tipi di sali esotici alle cinquanta varietà di tisane e infusi di fiori e frutta. L’unico altro negozio a Porta Palazzo che potrebbe far concorrenza a Rinaldi per varietà e fascino è la bottiglieria Damarco [20], in piazza della Repubblica 4, dall’altro lato di via Milano, che con le sue centiaia di bottiglie esposte nelle ampie vetrine offre ai consumatori un’eccezionale rassegna di vini e liquori di tutto il mondo, dai più pregiati ai più esotici.
L’attrazione imperdibile di questa parte della piazza è in ogni caso sicuramente rappresentata dal mercato del pesce [21], situato in un bell’edificio in muratura recentemente ristrutturato. Sono sufficienti quattro gradini e pochi passi tra i banchi coperti per essere trasportati nel cuore del Mediterraneo, in uno di quesi porticcioli dove le barche dei pescatori attraccano la mattina dopo una lunga notte di pesca. Le grida dei pescivendoli ci accompagnano per tutto il tragitto: “Pisci, pisci friscu! Accatate chistu beddu mirruzzu!”. Ogni banco è decorato in modo diverso e riserva delle sorprese: marmi, mosaici di fondali marittimi, grandi dipinti di barche e reti colme di pesci colorati. Ci fermiamo a riprendere fiato proprio nel centro del mercato, sotto la Madonnina dei pescivendoli che, adornata di fiori e candele accese “per 100 lire”, richiama una religiosità popolare, semplice, così caratteristica dell’Italia del Sud. È infatti dal Meridione che giunge buona parte dei venditori del mercato del pesce, rappresentanti di quella grande fetta di popolazione torinese nata ben più a sud delle
rive del Po. Nel 1950 la popolazione di Torino toccava appena i 700 mila abitanti, vent’anni più tardi, nel 1970, sfiorava quota 1 milione e 200 mila, una vetta che non avrebbe mai più toccato in futuro. Cosa successe dunque in quei due decenni? Accadde che da tutte le regioni del Sud Italia migliaia e migliaia di persone presero un treno per il Nord, scesero alla stazione di Porta Nuova e divennero artefici di quel boom economico costruito sulle fabbriche, sul lavoro instancabile degli operai e sull’affermazione della FIAT come prima industria della nazione. Per prima partì la Puglia. Nel 1955 i pugliesi sono già la prima minoranza cittadina, nei primi anni Sessanta da Foggia e dintorni arrivano quasi 15 mila immigrati l’anno, tanto che Torino finirà per dedicare a Cerignola addirittura una piazza. È poi la volta della Basilicata e soprattutto della Sicilia, che da sola, tra il ’55 e il ’75, fornirà alla città quasi 130 mila nuovi abitanti. All’inizio degli anni Settanta tocca infine ai calabresi, che partono da Reggio Calabria, Locri, Gioiosa Jonica per popolare i nuovi quartieri operai di Mirafiori Sud, della Falchera e delle Vallette. L’immigrazione meridionale ha cambiato per sempre la storia sociale, culturale e politica della città, arricchendone l’anima alpina con tinte mediterranee. Dai cartelli “non si affitta ai meridionali” alla nuova lingua nata dalla fusione dei dialetti del Nord e del Sud Italia compiutasi nelle mense e nei dopolavoro della grande fabbrica d’automobili, il passo è stato breve, eppure faticoso. La stessa sfida che oggi mette alla prova la città di fronte alle nuove migrazioni internazionali. “Sui banchi di marmo candido, tra blocchi di ghiaccio e rigagnoli d’acqua sono rovesciati a migliaia i pesci che le reti han tratto ieri sera dal Tirreno e dell’Adriatico”, scriveva Guido Gozzano nelle sue “Prose varie” descrivendo il mercato del pesce di Porta Palazzo. La nostra visita a questo settore del mercato non può in effetti che concludersi con una visita alle ghiacciaie [22] (chiuse al pubblico) che per decenni conservarono il ghiaccio indispensabile al funzionamento non solo dei banchi del pesce, ma di tutta Porta Palazzo. L’ingresso alle “Regie ghiacciaie” è situato in via delle Orfane 32, a qualche decina di metri dalla piazza, nella prima traversa a sinistra di corso Regina Margherita. Dall’esterno l’ingresso pare una semplice portone di palazzo, ma in realtà basta aguzzare lo sguardo per vedere come all’interno il terreno sprofondi in una ripida rampa che si inabissa nelle profondità del suolo torinese. Le prima ghiacciaie furono costruite nel Settecento nella piazza Emanuele Filiberto, a forma di grandi coni rovesciati, per raccogliere l’acqua piovana ghiacciata d’inverno e i grandi blocchi di ghiaccio trasportati nei mesi estivi dal Moncenisio. Le ghiacciaie di via delle Orfane risalgono invece alla fine dell’Ottocento e furono costruite in forma di celle disposte lungo stretti corridoi che si sviluppano in quattro diversi piani sotto il livello del suolo. Persa la loro originaria funzione di deposito di ghiaccio, sin dagli anni Cinquanta le ghiacciaie servono come ricovero notturno per la gran parte dei banchi di frutta e verdura del mercato di Porta Palazzo. Alle prime luci dell’alba decine di “posteggiatori”, che da qualche anno sono nella totalità giovani ragazzi d’origine marocchina o bengalese, si mettono in coda per trascinar fuori dalle viscere di Torino i trecento, pesantissimi banchi da trasportare a forza di braccia e di gambe sino alla piazza del mercato. Un lavoro massacrante, sconosciuto ai più, che tuttavia rimane insostituibile per l’esistenza stessa di Porta Palazzo. Le ghiacciaie non sono oggi aperte al pubblico, ma passando davanti all’ingresso nessuno vi vieterà di dare un’occhiata e, se riuscirete a mettervi d’accordo con il custode, potrete anche percorrere i primi metri della discesa illuminata da fioche lampadine e impregnata dall’odore di tufo e di umidità come una grotta o una caverna.
6. Camminando camminando
Attorno a piazza Emanuele Filiberto, che con la sua eleganza parigina segna il confine tra i mercati di Porta Palazzo e i locali giovanili e alla moda del Quadrilatero Romano, si trovano alcuni negozi molto interessanti, tra i quali merita senz’altro una citazione la Vendita tessuti orientali [23], al numero 15 di via Milano. Al pari del suo omonimo in corso Giulio Cesare 3, questo negozio costituisce una tappa obbligata per tutti coloro che vogliano capire veramente la diversità degli stili, utilizzi e funzioni del velo. La piccola bottega è un piccolo bazar di tutto quanto riguarda l’abbigliamento in Marocco, dalle ciabatte ai kaftani. È Hassan a guidarci tra i suoi tessuti: “In arabo il velo si chiama hijab. Può essere di tanti colori e si può portare in tanti modi, ogni paese ha una sua tradizione diversa. In Turchia, in Iraq o in Marocco puoi vedere veli completamente diversi”. Hassan si aiuta con dei manichini per farci vedere alcuni dei modi in cui si può acconciare il velo sulla fronte o sotto il mento. “Il chador invece è un vestito di origine Medio Orientale che copre il corpo e anche il capo. Il colore molto spesso è il nero e lo puoi vedere soprattutto in Iran. Il niqab è il velo che copre più di tutti, dalla testa i piedi, lasciando liberi solo gli occhi ed è usato in Arabia Saudita e in alcuni paesi africani. Ma in questo negozio si vendono esclusivamente i vestiti che usiamo di più noi marocchini: la jellaba, cioè la tunica con il cappuccio che va bene sia per le donne che per gli uomini, e il kaftan, per gli uomini, senza cappuccio”.
Lasciamo Hassan al suo lavoro e riprendiamo l’esplorazione degli isolati che segnano l’incontro tra corso Regina Margherita e piazza della Repubblica, la zona più marcatamente orientale di Porta Palazzo. Qui le facciate dei palazzi, i pali della luce, le serrande dei negozi e le insegne parlano solo cinese. Alla maggior parte dei passanti gli ideogrammi rossi tracciati su muri e portoni non dicono nulla, ma a saperli leggere si scoprirebbe che non si tratta di segni senza senso, ma di precise indicazioni: “parrucchiere cinese”, “riparazione cellulari”, “estetista”… Ai negozi aperti sulla via, si sommano decine di attività più nascoste, praticate all’interno di cortili e palazzi dove raramente si spinge chi cinese non è. I minimarket orientali sono invece frequentatissimi anche da migranti africani o sudamericani. Per scoprire perché sia così facile vedere giovani senegalesi o ragazze peruviane uscire con grandi borse dai negozi cinesi, è sufficiente entrare a dare un’occhiata all’Oriental Market [24] di corso Regina 121, o al suo gemello Asia Market [25], al numero 132. Sugli scaffali si trovano innanzitutto i prodotti della ricchissima cucina cinese: si va dai prodotti più conosciuti come i jiaozi, i famosi ravioli ripieni di carne, le alghe e la soia, fondamentali per accompagnare molti piatti, e i lunghi spaghetti di riso, a quelli più inconsueti, come i fiori di giglio essiccati e le pidan, le cosiddette “uova dei cento anni”: si tratta di uova d’anatra fatte fermentare per circa cento giorni in una pastella di tè nero, sale e ceneri di legno di pino. Superate le montagne di bacchette (kuaizi), di cestelli di bambù per la cottura a vapore dei ravioli e di pesantissime pentole wok, si scoprono però scaffali ricolmi di prodotti che non appartengono per nulla alla cucina orientale: si va dalla chicca morada, tipica bevanda peruviana a base di mais nero, alla manioca, alimento base della cucina africana subsahariana. La presenza di questi prodotti non deve stupire, come ci racconta Angela, una giovane ragazza peruviana assidua freuquentatrice dei minimarket cinesi: “Quando ho voglia di mangiare cibo peruviano vado nei posti cinesi. Da loro riesco a trovare le banane fritte, la patata dolce, le bibite Inca Cola e Concordia. Tra i negozi cinesi ce n’è uno in particolare dove la proprietaria è gentile con i clienti, ma sgrida sempre il suo commesso. Lui è una ragazzo senegalese e fanno ridere quando entrambi bisticciano perché non parlano bene l’italiano… lui capisce una cosa, e lei un’altra!”. Per servire al meglio la clientela africana, c’è anche chi tra i commercianti cinesi ha deciso di imparare le lingue di quel continente. È il caso di Xia Chu, giovanissima figlia dei proprietari di uno dei “china-market” della zona: “Io ho sedici anni e sono in Italia solo da tre anni”, ci racconta, “a scuola i professori si arrabbiano se non parlo bene l’italiano, ma per aiutare i miei genitori al negozio ho dovuto imparare anche il wolof, per parlare con i clienti senegalesi, e poi anche delle parole nella lingua dei nigeriani, che non so neanche come si chiama!”. Accanto ai negozi di alimentari non mancano molti altri negozi cinesi. Per orientarci chiediamo aiuto a Yi Juan, mediatrice culturale cinese che conosce molto bene questa zona del quartiere: “Qui su corso Regina Margherita negli ultimi anni hanno aperto tanti parrucchieri cinesi, è la moda del momento. Costano poco, lavorano bene e così ci vanno anche gli italiani e gli altri immigrati… sai, in questo anno di crisi. E poi i giovani cinesi nati o cresciuti in Italia ci tengono molto ai capelli, più i maschi delle femmine! Quest’anno tutti si fanno le ciocche colorate o una pettinatura che sembra spettinata, ma in realtà è studiatissima con la lacca e il gel! Più avanti trovi anche un giornalaio e una sala giochi cinese, dove vanno i ragazzi per navigare in internet… e per tagliare la scuola! Poi c’è il ristorante Regina 152, l’unico posto a Torino dove puoi mangiare l’autentica cucina cinese della regione dello Zhejiang. Sì, perché tutti gli altri ristoranti fanno la cucina per voi occidentali, ma non è la vera cucina cinese. Qui invece si può mangiare davvero come in Cina, stessi ingredienti e stesso modo di cottura al vapore. Ma il negozio più interessante di tutti è proprio qui vicino, venite!”. La farmacia tradizionale cinese [26] di corso Regina Margherita 132/E (proprio accanto all’Asia Market) è davvero un luogo unico in città. Decine di barattoli di vetro allineati sugli scaffali contengono tuberi e radici, foglie e scorze, semi e fiori della classica farmacopea cinese. Il dottor Zhan, Gianni per gli amici italiani, ci illustra i prodotti più importanti con sapienza e precisione: “Questi sono cassia e zenzero che servono per espellere le sostanze nocive, quella è genziana, per liberare dal calore. Il mandarino muove il qi, incenso e noccioli di pesca per fermare le emorragie, senape per fermare la tosse, e quello laggiù è il ginkgo biloba, astringente. Ma gli italiani raramente comprano queste piante… loro vogliono solo il balsamo di tigre!”. È proprio questo il prodotto più richiesto della farmacia: le tipiche scatoline di questo famoso unguento a base di canfora e mentolo costano solo due euro e pare possano lenire praticamente qualunque dolore.
Translation - English 4. The Gallery’s personages
When you get out of the main entrance of the clock roofing you have just the time to raise your head and to take a look at the big clock beating the hour (it is very similar to a train station clock, maybe suggesting that Porta Palazzo is a place of perpetual arrivals and departures) before crossing the tram tracks and plunging into the huge outdoor fruit and vegetable market .
This area of the square that makes Porta Palazzo the biggest and most fascinating market in Italy and Europe, unrivalled in variety and great savings. We start with the Moroccan mint sellers [12] who wave bunches of green wonderfully scented mint under your nose. This is a Piedmontese and Middle-eastern ingredient at the same time, which symbolizes the meeting of the many nationalities of the market. Piedmontese buy it for just fifty cents to make ancient recipes, while Moroccans buy it to make their traditional mint tea. The same sellers, all males, offer bunches of shiba (absynth) during the wintertime, while selling bread is a female task; this parallelism between gender and food is typical of the Moroccan community. This herb is an excellent tea flavor: in the summer mint is used for its refreshing properties, whereas in the winter the Moroccan families often decide to make tea with some shiba leaves, which arrive to Porta Palazzo directly from Morocco.
Walking through this area of the market is a truly unique multisensory experience: all the senses, from hearing to sight, taste, sense of smell and touch are involved and prodded by the fruit and vegetables stalls lined up till the end of the square. Sellers shouting “beautiful apples, red apples, tender very tender artichokes one euro a kilo, Sicilian melons just one euro a kilo”; the scent of medlars, pineapples, pears, garlic; the colors of tomatoes, aubergines and of the chilli peppers hung to dry, the sunrays glowing through the stalls in a summer morning, or the glittering light of the light bulbs hanging against the dark sky of a winter afternoon; the taste of the samples offered or requested to check the quality of the fruit; the wrinkled surface of a walnut, the prickly one of a thistle, the velvety one of a peach; touching, rubbing the hundreds customers’ bodies, handbags and coats: all this makes a walk from the centre of the square to its eastern border an unforgettable experience.
Here, as by magic, the crowd and the noise of the market give place to the quiet majesty of Galleria Umberto I [13]. The Gallery, candid and harmonious in shape, is situated were once the wards of the Ospedale Mauriziano (hospital of Saint Mauritius) wound. The demolition works of the old hospital, that was founded in the 16th century, were completed in 1890 by private citizens. Therefore, the Gallery now belongs to private citizens: the gates are closed with chains and locks at sunset in order to safeguard the decorum and cleanliness of this jewel of architecture. Memories of the ancient hospital are hidden in the Antica Farmacia dell’Ordine del Mauriziano (the ancient pharmacy of the Order of Saint Mauritius) [14], which was founded in 1574 and is still open today in the west side of the Gallery. The interiors are decorated with golden mosaic, dating back to the years when the ancient wards of the hospital were crowded with doctors and nurses taking care of Torino ill and poor. In 1870 the beds available were 150, most of them free. If you close your eyes you can even picture the nine doctors, eight medical students, two chaplains and twelve nuns busy at work among the beds; they were the makers of a very young medicine that had already turned scientific.
The wards also witnessed the last days of the lawyer Vincenzo Virginio, who, among others, is remembered on a plate (which has disappeared) placed on the façade of the Gallery, commemorating for a long time the lawyer as the man who “during the years of a deadly famine, was the first to introduce the potato culture in Piemonte”. Virginio must be remembered together with Francesco Cirio as one of the founding fathers of Porta Palazzo. Thanks to him, at the beginning of the 19th century not only potatoes, but also truffles (which subsequently became a real treasure for the region’s gastronomy) started to appear on market stalls.
The Gallery has now finally rediscovered its bazaar character, the aim it was built for. The old typical Piedmontese shops are now side by side with Chinese estate agencies, such as “Cinecasa”, whose sign overlaps the Mole Antonelliana and the Temple of Heaven of Beijing. You can also find Nigerian hairdressers specialized in making the traditional afro of Southern Sahara; the big posters of great aesthetic value placed on the shop windows illustrate tens of different solutions to create intricately plaited hairstyles. The most interesting shop of the Gallery is probably the almost ancient Cineserie Ming [15]. It is the real symbol of the beginning of the current multicultural and intercultural character of the area; it offers a big range of Oriental crafts. However, the most interesting aspect of this shop is its history, told by the owner of the shop in person, Livio Lee: “My father was one of the first Chinese who arrived at Torino, maybe the very first!”
In 1949, my father was a journalist. He met an Italian girl, my mother, here in Torino, and they set up the shop together. Some years ago there were just two shops, as next to us there was a fabric and leather shop. Now just our shop is left. We import valuable Oriental crafts and smaller items, the cineserie (Chinese trinkets)!”. Livio, with his Oriental eyes on an Italian face, belongs to the “second ante litteram generation”, as he grew up when Italy still ignored the challenges and perspectives linked to the upbringing of the immigrants’ children. Over the decades, his father became the historic keeper of a China that has disappeared, but also of a neighborhood that has deeply changed in fifty years time and that surely has become more Chinese than it was when he arrived. If while passing past the shop on a Saturday morning you see an old man with almond-shaped eyes sitting in the shop and listening to his beloved little radio or flipping through a newspaper, you will surely be looking to the old Mr. Lee absorbed in his favorite pastimes.
Worth of notice is also the MAO, the Museum of Oriental Art. It is situated at a walking distance from the Gallery and was opened in December 2008 during at propitious time. In fact, the is becoming aware of the importance of creating appropriate tools to get to know and understand far-off cultures. The MAO is a museum that contains artistic works from different cultures and not only it fulfills its vocation as a place of exhibition and preservation, but above all it urges the visitor to broad their horizons. These were the reasons why the city of Torino decided to create the Museum of Oriental Art, by redefining, renovating and enlarging the Oriental section of the Museo Civico d’Arte Antica (the Civic Museum of Ancient Art). The new museum was set in Palazzo Mazzonis, a building owned by the Comune di Torino and located at the crossroads of via S.Domenico and via S.Agostino. The MAO tries to act as a mediator for the visitors, who generally are not familiar with the concepts and the cultural atmosphere evoked by the works exhibited. The Museum aims at suggesting new forms of thought and representation, so as to make the visitors fully aware of the preciousness of every single expression of the human mind. Furthermore, the MAO intends to collect, keep and present to the public remarkable works of the artistic production of Asiatic societies and to allow Asiatic culture and art scholars to widen their studies on these works.
Before leaving the Gallery, you can pop in the seat of Progetto Porta Palazzo – The Gate [16] (Monday to Friday, 10am-5pm). The office is right at the entrance of the Gallery, on Piazza della Repubblica (Republic square), and hosts the staff that has worked for more than ten years to the renovation and promotion of the neighborhood. The project “The Gate” works for many activities and sectors, ranging from the town planning, to the social, economic and cultural sectors. Among the important activities organized are: the “In piazza si impara”, outdoor language classes held every year in the Porta Palazzo area on Sunday mornings; the music group of the Associazione Place du Marché (Association “Place du marché) that creates the most authentic soundtrack of the square; “Bibliomigra”, the touring multilingual library which moves throughout the city on a market stall rearranged for the purpose.
5. Under the fishmongers’ Madonna
The west side of Galleria Umberto I leads directly under the porticoes of Piazza della Repubblica. Actually, this is a very peculiar area of Porta Palazzo, which even had a different name till the first half of the last century: piazza Vittoria (Victoria Square). The beautiful buildings which mark the conjunction between the market area and via Milano date back to a time when the market square still didn’t exist, and were built by Filippo Juvarra, perhaps the most famous architect of Torino of the Savoy period. The esedra juvarriana (Juvarra’s exedra) [17], which is at the moment under restoration, was designed around 1720 and envisaged the construction of a triumphal arch at the entrance of the square, that was never achieved. Porta Palazzo still didn’t exist at that time, and Piazza Vittoria was surrounded by the fields and the early factories of Borgo Dora.Walking along all the perimeter of the porticoes you can see some very popular restaurants, such as ‘A picciridda [18], a typical Sicilian pizzeria that in the summer evenings covers the best part of the square with outdoor tables offering to people from Torino and from abroad the typical dishes of the Mediterranean cuisine; when the porticoes end, you are back to the market area.
Here, you must stop and visit one of the most original shops of the square, the historic drogheria Rinaldi (Rinaldi’s grocery) [19], at 2, Piazza Emanuele Filiberto. As soon as you enter the long and narrow shop, you are overwhelmed by the scents of the household department: the Marseille soap and above all the rare and dark Aleppo soap. “It is one of our specialties” Davide, the representative of the last generation of the Rinaldis (the family that runs the shop since 1870) explains.
“We import it directly from Syria, it’s a precious soap, handmade with olive oil and laurel berries…people from everywhere in Torino come here to buy it”. On the shelves full of items, you can see some old black- and- white photos portraying men with bowler hats and round spectacles. “This is my grand-grand-grandfather and this is my grand-grandfather” Davide explains cordially and with sympathy. “Till 1904 the shop was at the other end of Piazza della Repubblica, then we moved here. We started bringing to Torino the products of the Italian colonies, directly from Africa, and we certainly have been the first to sell food like cous-cous, halvà or the falafel flour. Long before the immigrants arrived, we were already selling tens of Chinese tea varieties and candied ginger”.The grocery really is a place of (almost) disappeared treasures and wonders. Almost all the products are sold unpacked and range from liquorices from Calabria to roasted barley, from flax-seeds to virgin bees-wax, from the twelve kinds of exotic salt to the fifty varieties of herbal tea and flower and fruit infusions. The only shop at Porta Palazzo that could compete with Rinaldi in terms of variety and charm is the bottiglieria Damarco (Damarco’s wine shop) [20], at 4, piazza della Repubblica, on the other side of via Milano, which windows are full of hundreds of bottles and that offers to its customers an outstanding assortment of wines and liqueurs from all over the world, from the finest to the most exotic ones.
However, a not-to-be missed attraction of this area of the square is undoubtedly the fish market [21], located in a nice brick building who has been recently refurbished. You just need to climb four steps and walk for a while among the stalls to be transported to the heart of the Mediterranean, in one of the small harbors where the fishermen’s boats dock in the morning after a long night of fishing. The fishmongers’ shouts accompany you all along the way: “Pisci, pisci friscu! Accatate chistu beddu mirruzzu!” (sicilian dialect for “fish, fresh fish! Buy this beautiful cod!”). Every stall is decorated in a different way and holds surprises: marble, reproduction of sea beds, large paintings of boats and nets full of colored fish. We take a break just at the centre of the market, under the fishmongers’ Madonna who, adorned with flowers and lit candles “for 100 liras”, recalls a popular and simple religiousness very typical of Southern Italy. As a matter of fact, most of the fishmongers come from Southern Italy and they represent a big portion of the population of Torino who was born far south the Po river.In 1950 the population of Torino was hardly 700 thousand inhabitants; twenty years after, in 1970, it was very close to 1,200,000, a peak that would have never been equaled in the future. So, what happened during those two decades? Thousands of people from all the regions of Southern Italy took a train to get to the North, they got off at Porta Nuova train station and became the makers of the boom built on the factories, on the tireless workers and on the success of FIAT, that became the first business of the country. Apulia was the first to start. In 1955 Apulians were the largest minority of the city, in the early 1960s about 15 thousand immigrants a year come to Torino from Foggia and the nearby towns, so much so that a square was even dedicated to the city of Cerignola. Then, it was Basilicata’s turn, and afterwards Sicily, that from 1955 to 1975 gave to Torino 130 thousand new inhabitants. At the beginning of the 1970s it was the Calabrians’ turn, who left from Reggio Calabria, Locri, Gioiosa Jonica to populate the new working-class districts of Mirafiori Sud, Falchera and Vallette. Immigration from the South has changed the social, cultural and political history of the city for ever and has enriched its alpine nature with Mediterranean colors. From the notices “we don’t rent to southern people” to the birth of a new language coming from the fusion of the dialects of the North and the South in the canteens and the working man’s clubs of the big car factory, it is only a short step, yet difficult to take. It was a challenge similar to the one that now puts the city to the test as regards international migration. “On the stalls of candid marble, among blocks of ice and creeks of water, are poured thousands of fish caught by yesterday night’s nets in the Adriatic and the Tyrrhenian Sea”, Guido Gozzano wrote in its “Prose varie” to describe the fish market of Porta Palazzo.Our visit to this section of the market cannot but end with a tour in the ice-houses [22] (close to public) that for decades stored the ice which was essential not only for the fish stalls, but for the entire Porta Palazzo. The entrance to the “Regie ghiacciaie” (the royal ice-houses) is at 32, via delle Orfane, at about ten meters away from the square, on the first street on the left of corso Regina Margherita. From the outside the entrance looks like a simple front door, but in reality you just need to look hard to see that the ground sinks in a long flight of stairs that goes in the underground of Torino. The first ice-houses were built in the 18th century in piazza Emanuele Filiberto, in the shape of big upside-down cones to collect and freeze rainwater in the winter and the huge blocks of ice from Mont Cenis in the summer. On the contrary, the ice-houses of via delle Orfane date back to the 19th century and were built as cells along narrow corridors running in four several underground floors. They have now lost their original function as ice storehouses, and since the 1950s the ice-houses are filled with most of the fruit and vegetable stalls of the Porta Palazzo market. At the first light of day, tens of “posteggiatori”, who are almost all Moroccan or Bengali boys, get in the queue to pull out of the bowes of Torino the 300, very heavy stalls, that have to be pulled only using physical strength till the market place. This is an exhausting work, unknown to most people, that is however remains irreplaceable for the very existence of Porta Palazzo. The ice-houses are at present close to public, but nobody will stop you from having a look when passing by the entrance. But, if you make arrangements with the guardian, you could walk down the first meters of the descent, which is dimly lit by some light bulbs and smells of tufa and humidity like a grotto or a cave.
6. Walking along…
Around piazza Emanuele Filiberto, that separates the markets of Porta Palazzo from the youthful and fashionable nightclubs of the Quadrilatero Romano thanks to its Parisian elegance, you can find some very interesting shops, of which it is worth of notice the oriental fabric shop [23], at 15, via Milano. As for the same kind of shop at 3, corso Giulio Cesare, you must make a stop to this shop to really understand the variety of styles, usages and functions of the veil. The small shop is a small bazaar of everything that has to do with Moroccan clothing, from the slippers to the kaftani. Emergin from the fabrics Hassan tells us that “The Arabic for veil is hijab. It can be of different colors and you can wear it in different ways, as every country has its own traditions. Veils from Turkey, Iraq or Morocco can be completely different”. Hassan shows us how to arrange the veil on the forehead or under the chin using a mannequin. “The chador is a Middle-eastern dress that covers all the body and also the head. It’s often black and is used especially in Iran. The niqab is the thickest kind of veil, which runs from head to foot, leaving a crack only for the eyes, and it is used in Saudi Arabia and in some African countries. But in this shop we exclusively sell the most used dresses by Moroccans: the jellaba, that is the tunic with the hood that is worn by both men and women, and the kaftan, for men and without hood”.
We leave Hassan at his work and continue our exploration of the quarters that link corso Regina Margherita and piazza della Repubblica, the most Oriental area of Porta Palazzo. Here the fronts of the buildings, the light posts, the rolling shutters of the shops are all Chinese. Most of the passersby can’t make sense of the red marks painted on the walls and the front doors, but if they were able to read them they would find out that they mean “Chinese hairdresser”, “mobile phones repair service”, “aesthetician”… Besides the open shops on the street, there are many other hidden business that run in courtyards or buildings rarely visited by non-Chinese people, while the Oriental minimarkets are very popular to the African and South American immigrants.
In order to find out why it is so easy to see young Senegalese or Peruvian girls get out of Chinese shops with full bags, you can take a look at the Oriental Market [24] at 121, corso Regina, or its twin Asia Market [25], at number 132. On its shelves you can especially find Chinese food: from the well-known jiaozi, the famous ravioli stuffed with meat, from weeds and soy, which are an essential side dish for many courses such as the long rice spaghetti, to the most unusual products, such us dried lilies and the pidan, the so called “100 years eggs”: duck eggs fermented for about one hundred days in a butter made of tea, salt and pine-wood ash. However, among mountains of chopsticks (kuaizi), of small bamboo baskets used to steam cook ravioli and the very heavy wok saucepans, you can also find shelves with products that have nothing to do with Oriental food: from the chicca morada, a traditional black corn based Peruvian drink, to manioc, the staple food of Southern-Sahara. You don’t have to be surprised by these products, Angela explains, a young Peruvian girl who often goes to Chinese minimarkets: “When I feel like eating Peruvian food I go to Chinese shops. Here I can find fried bananas, sweet potatoes, drinks like Inca Kola and Concordia. In one of the Chinese shops there is the owner, a lady, who is very kind with the customers, but always scolds her shop clerk. He is from Senegal and they are very funny when they argue because they can’t both speak Italian well…they always get misunderstood!”. Some of the Chinese shopkeepers have even decided to learn African languages to better meet the needs of their African customers. That is the case of Xia Chu, the small daughter of one of the owners of the “China-markets” of the area: “I am 16 and I have been in Italy for just 3 years”, she says, “My teachers get angry when I don’t speak Italian well at school, but I had to also learn wolof to help my parents talking to the Senegalese customers, and I also had to learn some words of the language of Nigeria, which I even don’t know how it is called!”. There are many other Chinese shops close to the food shops. To get our bearings we ask Yi Juan, a Chinese cultural mediator who knows this area of the neighborhood very well: “In the last years many hairdressers have set up their activities here in corso Margherita, it is in fashion. The young Chinese who were born and grew up in Italy are very fond of their hairstyle, especially the guys! This year everybody has colored highlights or a ruffled hairstyle, that is actually shaped with gel and hairspray! There is also a newsagents and a Chinese play room, where young people go to surf the internet or skip school! Then there is the Regina 152, the only restaurants in Torino where you can eat authentic food from the Zhejiang region. All the other restaurants cook for you, westerners, but that’s not the real Chinese cuisine. On the contrary, here you can eat just as you were in China, same ingredients and same way of steaming. But the most interesting shop is very close to here, come!”.
The traditional Chinese pharmacy [26] at 132/E, corso Regina Margherita (just next to the Asia market) is really a unique place in the city. Tens of glass jars lined up on the shelves contain tubers and roots, leaves and peels, seeds and flowers of the classic Chinese pharmacopeia. Doctor Zhan, Gianni for his Italian friends, describes the most important products with precision and knowledge: “These are ginger and cassia and are used to discharge harmful substances, that is gentian, a useful refresher. Mandarin moves the qi, incense and peach stones are used to arrest hemorrhages, mustard to stop cough, and that one over there is the ginkgo biloba, an astringent. But Italians rarely buy these plants…they just want tiger balsam!”. This is the most requested product of the pharmacy; packed in small boxes, this famous ointment containing camphor and menthol costs just two euros and apparently relieves any kind of pain.
Spanish to Italian: Tabla - Obra civil acabados General field: Tech/Engineering Detailed field: Construction / Civil Engineering
Source text - Spanish Levantamiento de tapial según planos, Cada tapial para cada fase sera nuevo no re-usado. Incluye: Puerta de doble hoja de triplay con medidas de 2.00 x 2.00 m, materiales, mano de obra, herramientas y equipo. Plano L010.
Suministro y colocación de autonivelante tipo gypcrete hasta nivelar 5 cm promedio. Incluye: materiales, mano de obra, herramienta y equipo.area nueva y area existente de palacio de hierro.
Fabricación de banqueta de 8 cm. de concreto hecho en obra de f'c=150 kg/cm2, acabado pulido, Incluye: preparación de la superficie, cimbrado de fronteras, colado, materiales, mano de obra, equipo y herramienta.
Suministro y colocación de estructura de tubo metálico de 30 x 50 mm para plafón de madera. Incluye: Materiales, desperdicios, mano de obra, herramienta y equipo. Plano L101.1, detalle C5 de acuerdo a codigo de Mexico.
Cuadrilla de 7 oficiales carpinteros para auxiliar en trabajos al contratista de XX. Incluye: herramientas y equipo de trabajo.incluir herramienta, sierras electricas, costadoras de aluminio y acero, para una duracion de 6 de semanas.
Colocación de Loseta marmol Bianco Lasa (ST-OD) en piso. Incluye: cortes, materiales para colocación, mano de obra, herramienta y equipo. Plano L102 . Ver matriz de responsabilidades.
Translation - Italian Sollevamento di cassaforma come da disegni, ogni cassaforma per ogni nuova fase sarà nuova e non riutilizzata. Incluso: doppia porta con misure foglio di compensato 2,00 x 2,00 m, materiali, manodopera, strumenti e attrezzature. Disegno L010.
Fornitura e posa di auto-livellante tipo Gypcrete fino a livellare 5cm in media. Incluso: materiali, manodopera, strumenti e attrezzature. Area nuova ed esistente del palazzo di ferro.
Realizzazione banchina di 8 cm di cemento realizzato in opera di f'c = 150 kg/cm2, finitura lucida. Incluso: preparazione della superficie, centinazione dei bordi, getto, materiali, manodopera, attrezzature e strumenti.
Fornitura e posa di struttura in tubulare metallico 30 x 50 mm per soffitto in legno. Incluso: materiali, rifiuti, manodopera, strumenti e attrezzature. Disegno L101.1, dettaglio C5 in conformità al codice messicano.
Squadra di 7 tecnici falegnami per assistere i lavori dell'appaltatore di XX. Include strumenti e attrezzature da lavoro. Incluso: seghe elettriche, tranciatrici di alluminio e acciaio, per una durata di 6 settimane.
Posa di mattonelle di marmo Bianco Lasa (ST-OD) sul pavimento. Incluso tagli, materiali di collocamento, manodopera, strumenti e attrezzature. Disegno L102. Vedere matrice delle responsabilità.
French to Italian (Chartered Institute of Linguists) English to Italian (Associazione Italiana Traduttori e Interpreti) Italian to English (Libera Università degli Studi San Pio V - Facoltà di Interpretariato e Traduzione, verified) Italian to French (Ministère de l'Éducation Nationale) English to Italian (Libera Università degli Studi San Pio V - Facoltà di Interpretariato e Traduzione)
English to Italian (Chartered Institute of Linguists) Italian to English (Associazione Italiana Traduttori e Interpreti) Italian to English (Chartered Institute of Linguists) French to Italian (Associazione Italiana Traduttori e Interpreti) French to Italian (Libera Università degli Studi San Pio V - Facoltà di Interpretariato e Traduzione) Italian to French (Libera Università degli Studi San Pio V - Facoltà di Interpretariato e Traduzione) Italian to French (Associazione Italiana Traduttori e Interpreti) Italian to English (International English Language Testing System) French to Italian (Ministère de l'Éducation Nationale)
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Associate Member of AITI (Italian Association of Translators and, CIOL
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- AITI (Italian Association of Translators and Interpreters) : Associate Member
- Italian Consulate-General in London: Accredited Intepreter and Translator
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I have lived and worked for several years in England and also worked in Spain and Malta.
I constantly update my skills and regularly attend Continuing Professional Development workshops and seminars.
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