Pages in topic: < [1 2 3] > | Domande da una traduttrice inacidita ;) Thread poster: Giuseppina Gatta, MA (Hons)
| Claudio Porcellana (X) Italy o si chiama traduttore autobevuto | Nov 13, 2008 |
non è manco Babylon che traduce: Diluizione aria ventilatore
quindi il genio ha fumato troppi vegetali proibiti o è un alcolista anonimo
LOL
Claudio
[quote]Paola Dentifrigi wrote:
Elisa Comito wrote:
Chi riesce a tradurre "diluition air fan" con "tifoso dell'isoletta di diluizione" è un genio
Non è Babelfish che dà: ventilatore dell'aria di diluition
Né Reverso: diluition aerano ventilatore
Né Google: diluizione ventola
L'avranno comprato. | | | Sei fortunata | Nov 14, 2008 |
Scusami Giusy,
ma leggendo il tuo post non posso fare a meno di pensare che tu sia quanto meno fortunata.
A te capita di revisionare svarioni grammaticali o di forma.
A me è successo spesso di revisionare lavori tradotti (anche da autorevolissimi membri della comunità Proz) senza alcuna comprensione del testo source.
Mi è capitato di revisionare documentazione per strumenti musicali elaborata con glossari medicali (giuro che è la verità!), oppure di dover rivedere t... See more Scusami Giusy,
ma leggendo il tuo post non posso fare a meno di pensare che tu sia quanto meno fortunata.
A te capita di revisionare svarioni grammaticali o di forma.
A me è successo spesso di revisionare lavori tradotti (anche da autorevolissimi membri della comunità Proz) senza alcuna comprensione del testo source.
Mi è capitato di revisionare documentazione per strumenti musicali elaborata con glossari medicali (giuro che è la verità!), oppure di dover rivedere traduzioni per siti di adolescenti scritte con stile da pubblicazione scientifica o con forme discorsive da ventennio fascista.
Altro che uso delle virgolette singole o doppie!
Da un po' di tempo non faccio più revisioni e la caduta dei miei capelli si è arrestata.
Cari saluti - è un po' che non ci sentiamo
Massimo ▲ Collapse | | | Ottimo suggerimento | Nov 14, 2008 |
Massimo Rippa wrote:
Da un po' di tempo non faccio più revisioni e la caduta dei miei capelli si è arrestata.
Cari saluti - è un po' che non ci sentiamo
Massimo
Vedo che tutti indicano un'unica soluzione: smettere di fare revisioni. Devo provarci anche io, magari la caduta di capelli si arresta anche a me!
Un caro saluto anche a te, Massimo!
[Edited at 2008-11-14 19:46 GMT] | | | Tom in London United Kingdom Local time: 23:15 Member (2008) Italian to English
che cosa ci fa un tifoso in un forno?
mi hai fatto ridere.
A parte gli scherzi....
La mie (fondate) opinioni sono:
(a) che ci sono molte agenzie senza scrupoli che non conoscono le lingue che offrono in traduzione ai loro clienti;
(b) che ci sono molti traduttori che lavorano con tali agenzie, spacciandosi per madrelingua ma non lo sono (tanto nessuno controlla).
A me non finisce mai di dispiacere che una piccola azienda italiana qualsiasi, seria e bene intenzionata, si rivolga all'agenzia di traduzioni di zona, fidandosi, e che poi riceva, dietro pagamento, una traduzione che fa fare una pessima figura all'azienda stessa.
Farei qualsiasi cosa per mettere fine a questo modo tristissimo e pressapochista di sbrigare le cose e intascare i quattrini.
Ecco un esempio: http://www.setificiofiorentino.it/english/sezione.htm
Non che tutte le agenzie si comportino così, anzi ce ne sono ottime, però......
[Edited at 2008-11-16 15:40 GMT]
[Edited at 2008-11-16 15:40 GMT] | |
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Revisore o massacratore??? | Nov 17, 2008 |
Buon giorno a tutti,
è il mio primo post su questo forum, di solito leggo solo quando ho 5 minuti.
Mi viene inviata un'e-mail con la quale un'agenzia mi comunica che il test di prova riguardante un articolo giornalistico da me tradotto come test non soddisfa i loro standard qualitativi.
Ho controllato accuratamente il testo che mi è stato restituito ma sinceramente le correzioni che mi sono state contestate riguardavano semplicemente la sostituzione di alcune mie espre... See more Buon giorno a tutti,
è il mio primo post su questo forum, di solito leggo solo quando ho 5 minuti.
Mi viene inviata un'e-mail con la quale un'agenzia mi comunica che il test di prova riguardante un articolo giornalistico da me tradotto come test non soddisfa i loro standard qualitativi.
Ho controllato accuratamente il testo che mi è stato restituito ma sinceramente le correzioni che mi sono state contestate riguardavano semplicemente la sostituzione di alcune mie espressioni o termini con sinonimi.
La mia impressione è stata quella di non essermi trovato di fronte ad errori: stile, grammatica, traduzione ma semplicemente mi è sembrato che il revisore volesse fare buona figura con l'agenzia trovando errori ingiustificati.
Essendo un testo di natura giornalistica la traduzione in questo caso non è univoca i termini utilizzati variano in funzione dello stile dello scrivente, l'importante è che il messaggio restituito sia corretto.
Non credo che sostituire " minor peso " con " leggerezza " possa essere considerato un errore.
Oppure " forti costi " con " alti costi "
Dopo aver fatto presente all'agenzia che gli errori contestati non potevano essere considerati errori ma semplicemente "modi di dire differenti" e che è impossibile che due persone di fronte lo stesso testo scelgano gli stessi vocaboli a meno che non siano telepatici, nella nota del revisore che mi è stata girata dall'agenzia tutti gli errori contestati sono stati definiti come: " in questo testo non suona bene " che mi sembra molto diverso da un ERRORE!
Io mi domando, ma che soddisfazione avrà provato questo revisore? Avrà raggiunto il proprio scopo, massacrare il lavoro altrui, senza apparente motivo?
Io ho perso un lavoro interessante, sinceramente non perché non sia stato in grado di svolgere questa prova ma semplicemente per un eccesso di zelo da parte di chi mi deve giudicare.
Ma mi domando anche, se domani chiamassi il mio meccanico e gli chiedessi devo revisionare il motore della mia automobile e prima di affidargli il lavoro gli chiedessi: "potresti svolgere un test di prova magari cambiandomi le gomme per verificare se sei capace?"
Credo che mi renderebbe in faccia.
Vorrei provare a chiamare un avvocato o il mio medico prima di una causa o di una diagnosi chiedendogli: devo recuperare un credito oppure ho un dolore allo stomaco prima di procedere potresti per cortesia inviare una lettera alla controparte oppure visitare mio figlio come test gratuito per verificare le tue capacità.
Ho deciso d'oggi pertanto di non svolgere più test di traduzione per le agenzie. Mi sono stancato.
Di recente ho intrapreso un mailing diretto a varie agenzie nel mondo, negli ultimi due mesi ho svolto 17 test di valutazione:
- in alcuni casi si trattava di add-on ad altre traduzioni che l'agenzia ha ottenuto gratis
- altri erano frasi estrapolate da manuali tecnici dal significato poco chiaro che il traduttore non riusciva a svolgere
- per altri invece ho ricevuto un feedback positivo ma nessun ordine
la mia opinione è che noi traduttori abbiamo assolutamente bisogno di istituire un ordine con delle tariffe chiare, un'associazione di categoria che ci tuteli veramente, non siamo più in grado di lavorare in un contesto così sregolato come quello odierno. ▲ Collapse | | | gianfranco Brazil Local time: 21:15 Member (2001) English to Italian + ... Scopo di un sistema ordinistico moderno | Nov 17, 2008 |
Stefano Incerti wrote:
la mia opinione è che noi traduttori abbiamo assolutamente bisogno di istituire un ordine con delle tariffe chiare, un'associazione di categoria che ci tuteli veramente, non siamo più in grado di lavorare in un contesto così sregolato come quello odierno.
Ahimé, questa è una visione molto diffusa e, purtroppo, molto errata, del compito degli ordini professionali.
La moderna legislazione vede gli ordini professionali come una istituzione a protezione degli utenti (quando strettamente necessario, es. professionisti della salute), indicando che un ordine viene istituito quando esiste "un preminente interesse pubblico" e, quando viene istituito, tra i suoi vari compiti spicca l'istituzione di un sistema di autodisciplina.
Insomma, gli ordini non sono un metodo rapido e sicuro per organizzare le tariffe e i diritti (o in alcuni casi per difendere i privilegi) di una categoria di professionisti. Almeno, in teoria...
In questo quadro, quando arriverà una legge moderna di riordino delle professioni, verranno probabilmente aboliti alcuni degli ordini esistenti perché inutili, e verranno riformati quelli utili, se oggi non svolgono bene il proprio compito.
Tariffari, sistema pensionistico o controllo nell'accesso alla professione NON sono motivi validi per la creazione di un ordine professionale, oppure sono il frutto di una visione rivolta al passato. Il mondo è cambiato, è ora di cambiare le professioni.
Buon lavoro a tutti.
Gianfranco
[Edited at 2008-11-17 17:03 GMT] | | | Ordine dei traduttori | Nov 17, 2008 |
Tariffari, sistema pensionistico o controllo nell'accesso alla professione NON sono motivi validi per la creazione di un ordine professionale, oppure sono il frutto di una visione rivolta al passato. Il mondo è cambiato, è ora di cambiare le professioni.
Buon lavoro a tutti.
Gianfranco
[Edited at 2008-11-17 17:03 GMT] [/quote]
Purtroppo accedere all’albo dei traduttori non prevede un esame motivo per cui, pagando, accedono tutti. Non si d... See more Tariffari, sistema pensionistico o controllo nell'accesso alla professione NON sono motivi validi per la creazione di un ordine professionale, oppure sono il frutto di una visione rivolta al passato. Il mondo è cambiato, è ora di cambiare le professioni.
Buon lavoro a tutti.
Gianfranco
[Edited at 2008-11-17 17:03 GMT] [/quote]
Purtroppo accedere all’albo dei traduttori non prevede un esame motivo per cui, pagando, accedono tutti. Non si deve sostenere un esame e la commissione è composta di persone che non so se oltre all’italiano conoscono un’altra lingua. Non partecipa alla commissione neanche un traduttore madrelingua che controlli il lavoro presentato a sostengo della richiesta. Per anni mi sono rifiutata di iscrivermi proprio perché lo vedevo come una tassa in più e nient’altro. E allora come si fa a tutelarsi contro i nostri "para-colleghi"? Forse è anche il motivo per cui il traduttore non viene visto come una figura professionale il cui lavoro è un lavoro intellettuale, ma molto spesso viene identificato con colui che arrotondo lo stipendio oppure fa la traduzione con una mano mentre con l’altra gira il ragù.
Sono d’accordo con Stefano che sente questa esigenza. Tariffari, sistema pensionistico o controllo nell'accesso alla professione non saranno motivi validi per la creazione di un ordine professionale però, in tanto, ci definisce come tali e magari il privilegio che si potrebbe guadagnare sarà quello di mettere in luce un lavoro da Cenerentola. Il semplice fatto che per dover comunicare con un'altra persona mi devo rivolgere ad un terzo che ha il compito non solo di tradurre quello che dico (scrivo) ma, anche capire quello che voglio (vorrei) dire, mi sembra che sia di "un preminente interesse pubblico" specialmente oggi che viviamo e lavoriamo in un mondo globalizzato.
Buon lavoro a tutti! ▲ Collapse | | | gianfranco Brazil Local time: 21:15 Member (2001) English to Italian + ... Confusione tra il concetto di ordine e di associazione | Nov 17, 2008 |
Stefano Incerti wrote:
la mia opinione è che noi traduttori abbiamo assolutamente bisogno di istituire un ordine con delle tariffe chiare, un'associazione di categoria che ci tuteli veramente, non siamo più in grado di lavorare in un contesto così sregolato come quello odierno.
Carmen Copilau wrote:
Purtroppo accedere all’albo dei traduttori non prevede un esame motivo per cui, pagando, accedono tutti. Non si deve sostenere un esame e la commissione è composta di persone che non so se oltre all’italiano conoscono un’altra lingua. Non partecipa alla commissione neanche un traduttore madrelingua che controlli il lavoro presentato a sostengo della richiesta. Per anni mi sono rifiutata di iscrivermi proprio perché lo vedevo come una tassa in più e nient’altro.
In questi due interventi vedo un po' di confusione tra "ordini" e "associazioni", che non sono la stessa cosa ma vengono confusi spesso.
* * *
Tariffari, sistema pensionistico o controllo nell'accesso alla professione non saranno motivi validi per la creazione di un ordine professionale però, in tanto, ci definisce come tali.
Non capisco cosa significhi che un ordine "ci definisce" ma propongo di tornare al tema iniziale, dopo una digressione dovuta all'invocazione di un ordine-associazione per risolvere vari problemi assortiti e non collegati ad esso, ovvero le revisioni e frustrazioni di contorno...
ciao
Gianfranco | |
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Sono d'accordo | Nov 18, 2008 |
Cara Carmen,
posso solo essere d'accordo con te sui punti che hai espresso.
Mi spiace solo non essere riuscito a capire la reale posizione di Gianfranco al quale chiedo cortesemente di rispettare le opinioni altrui.
Cordialmente
Carmen Copilau wrote:
Tariffari, sistema pensionistico o controllo nell'accesso alla professione NON sono motivi validi per la creazione di un ordine professionale, oppure sono il frutto di una visione rivolta al passato. Il mondo è cambiato, è ora di cambiare le professioni.
Buon lavoro a tutti.
Gianfranco
[Edited at 2008-11-17 17:03 GMT]
Purtroppo accedere all’albo dei traduttori non prevede un esame motivo per cui, pagando, accedono tutti. Non si deve sostenere un esame e la commissione è composta di persone che non so se oltre all’italiano conoscono un’altra lingua. Non partecipa alla commissione neanche un traduttore madrelingua che controlli il lavoro presentato a sostengo della richiesta. Per anni mi sono rifiutata di iscrivermi proprio perché lo vedevo come una tassa in più e nient’altro. E allora come si fa a tutelarsi contro i nostri "para-colleghi"? Forse è anche il motivo per cui il traduttore non viene visto come una figura professionale il cui lavoro è un lavoro intellettuale, ma molto spesso viene identificato con colui che arrotondo lo stipendio oppure fa la traduzione con una mano mentre con l’altra gira il ragù.
Sono d’accordo con Stefano che sente questa esigenza. Tariffari, sistema pensionistico o controllo nell'accesso alla professione non saranno motivi validi per la creazione di un ordine professionale però, in tanto, ci definisce come tali e magari il privilegio che si potrebbe guadagnare sarà quello di mettere in luce un lavoro da Cenerentola. Il semplice fatto che per dover comunicare con un'altra persona mi devo rivolgere ad un terzo che ha il compito non solo di tradurre quello che dico (scrivo) ma, anche capire quello che voglio (vorrei) dire, mi sembra che sia di "un preminente interesse pubblico" specialmente oggi che viviamo e lavoriamo in un mondo globalizzato.
Buon lavoro a tutti!
[/quote] | | | Qui non si tratta di opinioni personali | Nov 18, 2008 |
A prescindere da come la possano pensare Gianfranco, Carmen o Stefano, qui non si tratta di posizioni personali. Quel che spiegava Gianfranco - a prescindere che sia o meno quel che pensa - è la legge, ovvero la legislazione europea alla quale l'Italia dovrà prima o poi allinearsi riformando il sistema delle libere professioni.
Quando Gianfranco dice che quelli citati da Carmen non sono validi motivi per creare un ordine professionale, non esprime il suo parere, ma spiega qual è... See more A prescindere da come la possano pensare Gianfranco, Carmen o Stefano, qui non si tratta di posizioni personali. Quel che spiegava Gianfranco - a prescindere che sia o meno quel che pensa - è la legge, ovvero la legislazione europea alla quale l'Italia dovrà prima o poi allinearsi riformando il sistema delle libere professioni.
Quando Gianfranco dice che quelli citati da Carmen non sono validi motivi per creare un ordine professionale, non esprime il suo parere, ma spiega qual è oggi considerato un valido motivo per creare o riformare un ordine professionale. L'unico valido motivo per legge è un prominente interesse pubblico e a questo interesse devono allinearsi le modalità e l'organizzazione degli stessi ordini.
Il "contesto così sregolato come quello odierno" non troverà certo soluzione nell'istituzione di un ordine professionale (dal momento che le leggi impediscono di stabilire tariffe di riferimento o la limitazione dell'accesso alla professione).
E' il mercato ragazzi! E un mercato globalizzato, peraltro. ▲ Collapse | | | Milena Bosco (X) Italy Local time: 00:15 English to Italian + ... Rispettare il parere altrui? | Nov 18, 2008 |
Caro Stefano:
Ho letto il messaggio di risposta di Gianfranco varie volte, e sinceramente non credo che ti abbia mancato di rispetto in alcun modo. Anzi.
Forse la difficoltà è tua nell'accettare un parere diverso.
Se è così non andare avanti nella lettura del mio messaggio, perché io sono molto più diretta di Gianfranco.
In tutta onestà credo che la creazione di un ordine professionale sia vista come una manna da quelli di noi che non sono poi... See more Caro Stefano:
Ho letto il messaggio di risposta di Gianfranco varie volte, e sinceramente non credo che ti abbia mancato di rispetto in alcun modo. Anzi.
Forse la difficoltà è tua nell'accettare un parere diverso.
Se è così non andare avanti nella lettura del mio messaggio, perché io sono molto più diretta di Gianfranco.
In tutta onestà credo che la creazione di un ordine professionale sia vista come una manna da quelli di noi che non sono poi tanto "forti". Ti spiego: lavoro alle tariffe che ritengo opportune (e spesso variano da caso a caso), costruisco il mio futuro finanziario (quello che mi pare) e i miei clienti sono soddisfatti. Quello che fanno i miei colleghi non mi spinge a volerli ingabbiare in un sistema che trovo conveniente per me stessa, ma solo ad esprimere giudizi positivi, negativi o neutri, (spesso anche di ammirazione).
Vedo la creazione di un ordine come l'aderire (ancora una volta!) a quegli pseudo valori di un’italietta provinciale, becera, stantia, che ammuffisce, e che favorisce la logica del clientelismo, logica che non porta ad un salto di qualità.
Il mondo è cambiato, non possiamo tornare indietro.
Buon lavoro,
Milena
[Edited at 2008-11-18 11:55 GMT]
[Edited at 2008-11-18 20:54 GMT] ▲ Collapse | | | Rammarico e non frustrazione | Nov 20, 2008 |
Milena Bosco wrote:
In tutta onestà credo che la creazione di un ordine professionale sia vista come una manna da quelli di noi che non sono poi tanto "forti". Ti spiego: lavoro alle tariffe che ritengo opportune (e spesso variano da caso a caso), costruisco il mio futuro finanziario (quello che mi pare) e i miei clienti sono soddisfatti. Quello che fanno i miei colleghi non mi spinge a volerli ingabbiare in un sistema che trovo conveniente per me stessa, ma solo ad esprimere giudizi positivi, negativi o neutri, (spesso anche di ammirazione).
Vedo la creazione di un ordine come l'aderire (ancora una volta!) a quegli pseudo valori di un’italietta provinciale, becera, stantia, che ammuffisce, e che favorisce la logica del clientelismo, logica che non porta ad un salto di qualità.
Il mondo è cambiato, non possiamo tornare indietro.
Buon lavoro,
Milena
[Edited at 2008-11-18 11:55 GMT]
[Edited at 2008-11-18 20:54 GMT]
Non credo che nel caso in cui venisse istituito un ordine qualcuno debole si sentirebbe al riparo mentre il più forte ingabbiato, credo che semplicemente anche l’Italia si deve adeguare agli altri paesi, vedi Germania, che stabilisce mediante una legge, delle regole per le traduzioni indicando il nr. di caratteri di una cartella (che come noi ben sappiamo non è la pagina) e da delle indicazioni ben chiare anche sulle tariffe minime, lo stesso lo fa anche la Svizzera e anche la Francia.
Quando ho affermato “ci definisce come dei professionisti” stavo pensando ad una conversazione avuto non tanto tempo fa con un Giudice del Tribunale di Milano. Noi, i traduttori e gli interpreti del Tribunale avevamo deciso di scioperare per rivendicare alcuni diritti (aggiornamento e adeguamento delle tariffe) e inoltre esercitare un minimo di pressione sul Ministero della Giustizia nello stanziare dei fondi per i nostri pagamenti. Il Giudice che tra l’atro era dalla nostra parte, ci ha detto che lui ci sosteneva però ci ha messi in guardia che nel caso in cui lo sciopero fosse messo in atto, una gran parte di noi avrebbe rischiato la denuncia per la interruzione di pubblico servizio. Questa denuncia non soltanto va sul penale ma al contempo sanzione con una interdizione di lavorare presso qualsiasi Tribunale. La mia domanda è: perché quando scioperano i professori, quelli del trasporto o i medici nessuno si azzarda a denunciarli in quanto anche loro interrompono un pubblico servizio? Il Giudice ci spiegava, appunto, che i traduttori non sono visti come una categoria di professionisti, in barba alla partita IVA, ed era irritato del fatto che lo stato si rifiuti di capire che noi non eravamo meri traduttori ma, specializzati nel linguaggio giuridico.
In un altro ordine di idee, il fatto che il mercato sia libero e quindi ci sia la libera concorrenza, nel ns. lavoro la concorrenza non si fa sulla professionalità ma, sulla tariffa. Un esempio: lavoro da anni con un agenzia. Mai tornato in dietro un mio lavoro con delle osservazioni, anzi, un cliente dell’agenzia chiede di testare i traduttori (strano che né all’interno di una scuola, né tanto meno in un ospedale, prima di affidargli il figlio chiedi all’insegnante o al medico di fare un test, ma noi sì). Supero il testo con brio e mi vengono affidate le traduzioni di questo cliente, quindi la mia agenzia ha avuto ancora una volta la conferma delle mie capacità. Nel frattempo, la Romania entra nella UE e la stessa agenzia mi affida la revisione di un CUD. Quando l’ho visto, mi sono sentita morire perché l’intera traduzione era stata fatta in Kudoz, solo qualche riga era stata tradotta dal traduttore incaricato e anche quelle erano sbagliate perché il credito d’imposta l’aveva tradotto con credito imponibile. Naturalmente non è stato difficile risalire al traduttore che naturalmente vive in Romania e quindi la sua tariffa è molto più bassa della mia. Da quel momento ho fatto caso che la stessa agenzia mi chiamava per farle dei preventivi (??) e puntualmente rivedevo il lavoro in kudoz affidato allo stesso traduttore, quindi dovendo scegliere tra la professionalità, puntualità, correttezza e una tariffa molto più vantaggiosa per loro, hanno scelto la seconda. Deduco che la professionalità non implica il riconoscimento come professionista.
Siccome erano passati un po’ di anni che non avevo aumento la tariffa anche semplicemente per un adeguamento ISTAT, ai potenziali clienti ho proposto la nuova tariffa. Non li ho più sentiti.
Se tutto questo vuol dire sentirsi “meno forte”…. Io penso che se fossimo in qualche modo tutelati da un ordine con tanto di codice deontologico, oppure da una legge che dia delle regole ben chiare, anche di minima, sia nel primo che nel secondo caso, la figura del traduttore come un professionista avrebbe avuto il sopravento. L’anarchia non mi sembra che abbia mai prodotto effetti positivi.
Buona notte,
Carmen | |
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Simona R Germany Local time: 00:15 German to Italian + ... Forse bisognerebbe precisare... | Nov 21, 2008 |
Carmen Copilau wrote:
[Edited at 2008-11-18 11:55 GMT]
[Edited at 2008-11-18 20:54 GMT]
credo che semplicemente anche l’Italia si deve adeguare agli altri paesi, vedi Germania, che stabilisce mediante una legge, delle regole per le traduzioni indicando il nr. di caratteri di una cartella (che come noi ben sappiamo non è la pagina) e da delle indicazioni ben chiare anche sulle tariffe minime, lo stesso lo fa anche la Svizzera e anche la Francia.
[/quote]
Ciao Carmen,
quale sarebbe la legge tedesca che stabilisce "regole per le traduzioni"? Stai parlando in modo specifico di traduzioni letterarie, di traduzioni asseverate o del mondo della traduzione in genere? Premetto che io non lavoro con le case editrici e non offro traduzioni asseverate, dunque non sono aggiornata in merito.
Per quanto riguarda il resto del nostro settore non ho mai visto "indicazioni ben chiare" sulle tariffe da applicare (al massimo raccomandazioni da parte del BDÜ, di cui sono membro).
Forse converrebbe chiarire questo punto in maniera tale da non fornire ai colleghi residenti in Italia informazioni fuorvianti.
Buona giornata e buon lavoro,
Simona | | | Sono completamente d'accordo! | Nov 21, 2008 |
Se "essere forti" significa lavorare al ribasso allora ben mi vanto della mia estrema debolezza.
Io non sono per l'abolizione della "libera impresa" ma per un mercato che sia anche minimamente "governato" da un minimo di codice, di autoregolamentazione, un minimo di identità!
Non mi dilungo più di tanto perché non ho tempo... ma vi ricordate la "mano invisibile" di Keynes?
Comunque complimenti vivissimi Carmen per la bellissima argomentazione!
Carmen Copilau wrote:
Milena Bosco wrote:
In tutta onestà credo che la creazione di un ordine professionale sia vista come una manna da quelli di noi che non sono poi tanto "forti". Ti spiego: lavoro alle tariffe che ritengo opportune (e spesso variano da caso a caso), costruisco il mio futuro finanziario (quello che mi pare) e i miei clienti sono soddisfatti. Quello che fanno i miei colleghi non mi spinge a volerli ingabbiare in un sistema che trovo conveniente per me stessa, ma solo ad esprimere giudizi positivi, negativi o neutri, (spesso anche di ammirazione).
Vedo la creazione di un ordine come l'aderire (ancora una volta!) a quegli pseudo valori di un’italietta provinciale, becera, stantia, che ammuffisce, e che favorisce la logica del clientelismo, logica che non porta ad un salto di qualità.
Il mondo è cambiato, non possiamo tornare indietro.
Buon lavoro,
Milena
[Edited at 2008-11-18 11:55 GMT]
[Edited at 2008-11-18 20:54 GMT]
Non credo che nel caso in cui venisse istituito un ordine qualcuno debole si sentirebbe al riparo mentre il più forte ingabbiato, credo che semplicemente anche l’Italia si deve adeguare agli altri paesi, vedi Germania, che stabilisce mediante una legge, delle regole per le traduzioni indicando il nr. di caratteri di una cartella (che come noi ben sappiamo non è la pagina) e da delle indicazioni ben chiare anche sulle tariffe minime, lo stesso lo fa anche la Svizzera e anche la Francia.
Quando ho affermato “ci definisce come dei professionisti” stavo pensando ad una conversazione avuto non tanto tempo fa con un Giudice del Tribunale di Milano. Noi, i traduttori e gli interpreti del Tribunale avevamo deciso di scioperare per rivendicare alcuni diritti (aggiornamento e adeguamento delle tariffe) e inoltre esercitare un minimo di pressione sul Ministero della Giustizia nello stanziare dei fondi per i nostri pagamenti. Il Giudice che tra l’atro era dalla nostra parte, ci ha detto che lui ci sosteneva però ci ha messi in guardia che nel caso in cui lo sciopero fosse messo in atto, una gran parte di noi avrebbe rischiato la denuncia per la interruzione di pubblico servizio. Questa denuncia non soltanto va sul penale ma al contempo sanzione con una interdizione di lavorare presso qualsiasi Tribunale. La mia domanda è: perché quando scioperano i professori, quelli del trasporto o i medici nessuno si azzarda a denunciarli in quanto anche loro interrompono un pubblico servizio? Il Giudice ci spiegava, appunto, che i traduttori non sono visti come una categoria di professionisti, in barba alla partita IVA, ed era irritato del fatto che lo stato si rifiuti di capire che noi non eravamo meri traduttori ma, specializzati nel linguaggio giuridico.
In un altro ordine di idee, il fatto che il mercato sia libero e quindi ci sia la libera concorrenza, nel ns. lavoro la concorrenza non si fa sulla professionalità ma, sulla tariffa. Un esempio: lavoro da anni con un agenzia. Mai tornato in dietro un mio lavoro con delle osservazioni, anzi, un cliente dell’agenzia chiede di testare i traduttori (strano che né all’interno di una scuola, né tanto meno in un ospedale, prima di affidargli il figlio chiedi all’insegnante o al medico di fare un test, ma noi sì). Supero il testo con brio e mi vengono affidate le traduzioni di questo cliente, quindi la mia agenzia ha avuto ancora una volta la conferma delle mie capacità. Nel frattempo, la Romania entra nella UE e la stessa agenzia mi affida la revisione di un CUD. Quando l’ho visto, mi sono sentita morire perché l’intera traduzione era stata fatta in Kudoz, solo qualche riga era stata tradotta dal traduttore incaricato e anche quelle erano sbagliate perché il credito d’imposta l’aveva tradotto con credito imponibile. Naturalmente non è stato difficile risalire al traduttore che naturalmente vive in Romania e quindi la sua tariffa è molto più bassa della mia. Da quel momento ho fatto caso che la stessa agenzia mi chiamava per farle dei preventivi (??) e puntualmente rivedevo il lavoro in kudoz affidato allo stesso traduttore, quindi dovendo scegliere tra la professionalità, puntualità, correttezza e una tariffa molto più vantaggiosa per loro, hanno scelto la seconda. Deduco che la professionalità non implica il riconoscimento come professionista.
Siccome erano passati un po’ di anni che non avevo aumento la tariffa anche semplicemente per un adeguamento ISTAT, ai potenziali clienti ho proposto la nuova tariffa. Non li ho più sentiti.
Se tutto questo vuol dire sentirsi “meno forte”…. Io penso che se fossimo in qualche modo tutelati da un ordine con tanto di codice deontologico, oppure da una legge che dia delle regole ben chiare, anche di minima, sia nel primo che nel secondo caso, la figura del traduttore come un professionista avrebbe avuto il sopravento. L’anarchia non mi sembra che abbia mai prodotto effetti positivi.
Buona notte,
Carmen
| | | Milena Bosco (X) Italy Local time: 00:15 English to Italian + ... Approfondire le logiche commerciali? | Nov 21, 2008 |
Cara Carmen, in poche parole:
1) Stabilire con rigidità numero di cartelle e tariffa minima non risolve alcun problema. La maggior parte dei traduttori che lavorano a tariffe "stracciate" non è in Italia ma in Cina, India (dove udite udite ci sono sempre più "traduttori" verso l'Italiano). Quindi, come affermato nel mio post, solo i "deboli" che lavorano a tariffe stracciate in Italia avrebbero interesse ad "alzare" il prezzo ottenendo che le agenzie si rivolgano altrove.
<... See more Cara Carmen, in poche parole:
1) Stabilire con rigidità numero di cartelle e tariffa minima non risolve alcun problema. La maggior parte dei traduttori che lavorano a tariffe "stracciate" non è in Italia ma in Cina, India (dove udite udite ci sono sempre più "traduttori" verso l'Italiano). Quindi, come affermato nel mio post, solo i "deboli" che lavorano a tariffe stracciate in Italia avrebbero interesse ad "alzare" il prezzo ottenendo che le agenzie si rivolgano altrove.
2) Innanzitutto il professionista definisce se stesso. L'italietta provinciale è quella che pensa che alzando il tariffario le agenzie si rassegneranno e pagheranno di più. Siamo in un "mondo", non nell'Italia del "posto fisso".
3) Quali sarebbero queste leggi in Germania, Svizzera e Francia? Io sinceramente non ne ho mai sentito parlare dai miei amici e colleghi.
4) Si sta parlando di togliere il valore legale al titolo di studio in Italia, il che implicherà che anche in molte altre professioni ci saranno "test". Che la nostra sia una formula vincente per assicurare un po’ di qualità e combattere il clientelismo? (conoscendo l'Italia un albo è la certezza che chi ha il "calcio nel....." sarà avvantaggiato, come sempre).
5) La concorrenza è nella qualità. L'agenzia di cui parli dà al traduttore rumeno la traduzione perché gli costa meno, ed a te la revisione, dandoti una "sola", perché tiene alla qualità. Sta a te accettare o meno, oppure alzare le tariffe per la revisione. Non credo che l'ordine abbia la libertà di chiamare l'agenzia e dirle: " Senta sig. tal dei tali, non si azzardi ad andare in Romania, lei DEVE dare la traduzione ad un professionista italiano, alle tariffe che le indichiamo noi. Se così non fa e si affida al traduttore rumeno, i traduttori italiani sciopereranno." Il sig tal dei tali si farebbe tale risata....E poi di sicuro andrebbe all'estero in Romania per la traduzione e negli Stati Uniti per la revisione.
6) Essere forti vuol dire avere competenze, esperienza, capacità commerciali e di marketing e saper scegliere. L’esperienza mi ha insegnato che non esiste “LA” tariffa, ma che questa deve necessariamente variare in base ad una miriade di fattori che sarebbe troppo lungo spiegare.
7) Vi invito a leggere il post del nostro (a mio parere validissimo) collega Alessandro Marchesello, http://www.proz.com/forum/italian/121087-acta:_è_ora_di_farsi_sentire.html . Come vedrete ci sono altre vie, che non siano quella dell’albo.
La libera concorrenza non è anarchia. Essa viene percepita come tale da chi ha difficoltà a navigare questo mare, spesso in tempesta. Bisogna essere professionali, e soprattutto avere un buon istinto commerciale. Tanta umiltà non guasta, in aggiunta a tutto.
Forse più che di un albo i traduttori avrebbero bisogno di approfondire le logiche commerciali.
Buon lavoro,
Milena ▲ Collapse | | | Pages in topic: < [1 2 3] > | To report site rules violations or get help, contact a site moderator: You can also contact site staff by submitting a support request » Domande da una traduttrice inacidita ;) Wordfast Pro | Translation Memory Software for Any Platform
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